Iraq: dopo gli attacchi ai cristiani di Baghdad, 40 famiglie emigrano al Nord
Dopo l’ultimo attacco alla comunità cristiana in Iraq, un nuovo esodo di famiglie
da Baghdad si sta dirigendo verso il nord del Paese. In seguito alla strage terrorista
alla chiesa siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso nella capitale
il 31 ottobre, le minacce di Al Qaeda di eliminare i cristiani dal Medio Oriente e
le esplosioni mirate davanti a case nei quartieri abitati dai cristiani, 40 famiglie
si sono trasferite a Sulaimaniya. In 30 - riporta l'agenzia AsiaNews - vivono negli
edifici della chiesa parrocchiale San Giuseppe e 10 sono ospitate da famiglie della
zona. Il Consiglio parrocchiale offre cibo a tutti. Il 20 novembre, l’arcivescovo
cattolico di Kirkuk, mons. Louis Sako, ha visitato le famiglie portando aiuto materiale
e incoraggiandole a sperare "in un futuro migliore". Durante l’incontro alcune persone
hanno raccontato la loro esperienza dell’attacco del 31 ottobre, in cui sono morti
44 fedeli, due preti e sette guardie della sicurezza; e hanno manifestato la loro
paura di ritornare nella capitale e la loro delusione nella politica del governo.
All’incontro ha partecipato anche la moglie del presidente iracheno, il curdo Jalal
Talabani, la quale ha visitato le famiglie, portando la sua solidarietà e offendo
aiuto alla loro sofferenza. L’arcivescovo e il Consiglio della parrocchia si sono
impegnati per cercare di garantire gli studi ai ragazzi delle famiglie emigrate e
un’abitazione degna per coloro che vogliano rimanere a Sulaimaniya. A prendersi cura
dei nuovi emigrati cristiani saranno il parroco e le suore caldee dell’Immacolata:
con la preghiera, momenti di canto e programmi religiosi e sociali, raccontano dalla
cittadina nord-irachena, cercheranno di aiutare tutti a dimenticare l’enorme trauma
e l’attuale sofferenza. (R.P.)