2010-11-20 15:18:24

Vertice di Lisbona: la Nato fuori dall'Afghanistan entro il 2014. Accordo sullo scudo antimissile


Seconda sessione di lavori oggi al vertice Nato di Lisbona. Strategia di ritiro dall'Afghanistan e rapporti con la Russia in primo piano. Il servizio di Giada Aquilino:RealAudioMP3

I 28 leader dei Paesi Nato e di altri 20 Stati coinvolti nell'Isaf, più il presidente afghano Hamid Karzai e il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, hanno dato ufficialmente il via libera al processo di transizione in Afghanistan, che comincerà “in alcune province e distretti” all'inizio del prossimo anno. Secondo il documento finale, la transizione "ad una piena responsabilità e leadership afghana nel settore della sicurezza è irreversibile". Ribadito dal segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, il sostegno all'obiettivo del presidente Karzai, perché le forze locali guidino e conducano le operazioni di sicurezza in tutto il Paese entro il 2014. Dopo quella data sul terreno resterebbero solo truppe di appoggio alle forze afghane. Ma l’Alleanza atlantica ha anche sottolineto di continuare ad “appoggiare gli sforzi guidati dagli afghani per riconciliare e reintegrare quei membri dell'insorgenza che rinunciano alla violenza, tagliano i legami con i terroristi e accettano la Costituzione”, sollecitando le autorità di Kabul a rispettare i diritti umani, “in particolare delle donne”. Un ringraziamento, il presidente statunitense Barack Obama ha voluto poi riservarlo all’Italia per l’attività degli addestratori in Afghanistan: il premier di Roma Berlusconi ha annunciato di aumentarne il numero di duecento unità. La kermesse di Lisbona, che si concluderà con una riunione bilaterale Ue-Usa, nel pomeriggio sarà dedicata al vertice Nato Russia, dopo la crisi innescata dalla guerra in Georgia. I colloqui, definiti “un momento storico” dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, saranno dedicati allo scudo antimissile. Ieri, nel giorno dell’approvazione del nuovo concetto strategico che orienterà l’azione della Nato nei prossimi 10 anni per rispondere alle minacce del XXI secolo - dai missili balistici agli attacchi terroristici e cibernetici - il presidente Obama ha spiegato come sia stato raggiunto un accordo per creare uno scudo antimissile “forte abbastanza da proteggere - ha detto - tutto il territorio e la popolazione europea, così come gli Stati Uniti”. Nella capitale portoghese, infine, la polizia ha fermato 40 manifestanti per proteste al limite della zona rossa del vertice Nato.

Ma come esce l’istituzione Nato da questo vertice di Lisbona? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Arduino Paniccia, docente di Studi Strategici all’Università di Trieste:RealAudioMP3

R. - Credo che oggi la Nato sia uno strumento che gli Stati Uniti vedono necessario non solo per rinsaldare i rapporti con Paesi come la Russia o per risolvere il problema della lunga guerra afghana, ma anche per ritrovare una leadership rivolta soprattutto al confronto e al braccio di ferro che gli Stati Uniti hanno con la Cina: per questo sostanzialmente l’alleanza con la Russia è molto importante.

D. - L’accordo sulla realizzazione dello scudo antimissilistico in Europa potrebbe, invece, alla lunga inasprire i rapporti proprio con Mosca?

R. - No. Io credo che oggi il vero problema per gli Stati Uniti sia di ritrovare questa presenza come superpotenza globale e, naturalmente, faranno tutto il possibile per continuare a mantenere ottimi rapporti con la Federazione Russa. Quello che, invece, può essere più difficile saranno proprio i rapporti con i Paesi che in qualche modo si stanno alleando con l’altra grande superpotenza asiatica, che è la Cina.

D. - Per quanto riguarda l’esperienza in Afghanistan, come deve essere giudicata? Secondo alcuni ci troviamo, comunque, ad un punto fermo …

R. - Questo è il problema più spinoso per la Nato e non è un caso che la relazione del presidente Karzai ai capi dei Paesi aderenti all’Alleanza Atlantica sia stata molto discussa ed anche molto poco gradita. Karzai non ha evitato di dire quello che pensava sulla condotta delle operazioni degli americani e della Nato in Afghanistan. Detto questo, sarà una soluzione all’irachena: quindi, un graduale ritiro; il tentativo di defilarsi dal Paese, aiutati in questo caso dalla Federazione Russa, che continuerà a fare la logistica. Entro il 2014, l’obiettivo è di lasciare solo un numero esiguo di truppe in Afghanistan.

D. - Legato, forse, a questo tema rimane in piedi quello della sicurezza globale, quello di fronteggiare il terrorismo internazionale, al Qaeda in primis …

R. - Naturalmente la Nato, nel suo progetto strategico, metterà in primo piano la guerra al terrorismo. Ma la vicenda più importante – forse – è quella legata al fatto che, sempre più, vi è la possibilità di un utilizzo dell’arma nucleare in modo improprio da parte di organizzazioni terroristiche o di basi in Stati fallimentari. (mg)







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