Terra Santa: d’ora in poi anche i bambini di etnia beduina possono andare a scuola
Finalmente anche i bambini delle popolazioni desertiche dei beduini avranno la loro
scuola a Jahalin, in Terra Santa. Le missionarie Comboniane già nel 2008 avevano iniziato
a lavorare con questa etnia, facendo dell’educazione dei più piccoli la loro priorità.
Le suore, insieme con diverse organizzazioni civili e religiose, giovani volontari
ebrei canadesi e rabbini israeliani per i diritti umani (Rhr-il), sono poi riuscite
a organizzare una scuola con quattro aule, un ufficio per l’amministrazione, un cortile
e i servizi, costruite riempiendo di terra tremila pneumatici. Oltre a questa, con
l’aiuto dell’organizzazione cattolica spagnola Manos Unidas, è stata aperta una rete
di scuole per i più piccoli in tende e baracche negli accampamenti beduini, in grado
di ospitare, all’inizio, 120 bambini e bambine. È prevista anche la formazione di
10 giovani maestre di etnia beduina nel Centro al Sabah di Gerusalemme est, con corsi
intensivi di educazione infantile della durata di tre mesi. L’agenzia Fides rende
noto che i beduini di Jahalin originariamente erano seminomadi. Dopo il 1953, hanno
spostato i loro accampamenti e ora vivono su un territorio degradato, tra la spazzatura
a cielo aperto dei quartieri arabi di Gerusalemme Est. Gli unici edifici che è possibile
costruire sono baracche precarie, prive di acqua corrente, luce elettrica e servizi
igienico-sanitari. I bambini risentono molto di questa situazione, perché per frequentare
le scuole dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) devono
cercare chi li accompagni ogni giorno rischiando la vita tra le strade tortuose e
trafficate. (C.P.)