2010-11-20 12:59:24

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Solennità di Cristo Re


In questa 34.ma ed ultima Domenica del Tempo ordinario, con cui si chiude l’anno liturgico, la Chiesa celebra la Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. Il Vangelo ci propone la scena del Calvario. Gesù è in croce, deriso dai capi del popolo e dai soldati. Sopra di lui c’è una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Al suo fianco, due malfattori, crocifissi come lui. Uno dei due lo insulta, mentre l’altro, riconoscendo le proprie colpe, dice a Gesù: “Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. E il Signore gli risponde:

«In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

L’anno liturgico si chiude con questo paradosso: la festa di Cristo Re viene celebrata con la scena dell’uomo crocifisso e umiliato fuori Gerusalemme, che promette perfino il paradiso ad un compagno di agonia. Sembra una contraddizione, eppure è proprio da quella Croce che Gesù manifesta la sua gloria e la sua dignità regale. Una regalità che non è dominio e imperio, ma vita donata con assoluta libertà; braccia aperte sul mondo per un abbraccio di solidarietà unica, divina. Un volto striato dal sangue, sfigurato dalla sofferenza, ci fa da sovrano: improbabile per i sovrani della terra, ma autentico e tipico per Colui che davvero domina il mondo e lo riconduce al paradiso perduto. A cominciare da quel compagno di sofferenze: “Oggi sarai con me in paradiso”. È lui a ricevere l’ultima guarigione di tutto il Vangelo. Paolo ci da la spiegazione teologica: “È piaciuto infatti a Dio che abiti in Lui – Cristo - tutta la pienezza e che per mezzo di Lui e in vista di Lui siano riconciliate tutte le cose”. Nel suo sangue la riconciliazione, nella sua umiliazione la nostra gloria. Non rinneghiamo questa sovranità unica e divina, sostituendola con figurazioni cariche di gloria umana e di potere spettacolare. Non svuotiamo il paradosso di un Re Crocifisso!







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