Rifiuti: nuove tensioni a Terzigno, roghi a Palermo
Lo smaltimento dei rifiuti è l’emergenza del momento in Italia. Il dibattito sull’utilizzo
delle discariche o dei termovalorizzatori non sembra per ora trovare soluzione. Lo
dimostrano le tensioni che si stanno vivendo in Campania. Tre ordigni sono stati trovati
ieri vicino alla discarica di Cava Sari, a Terzigno, dove nelle settimane scorse sono
avvenuti scontri tra popolazione e forze dell’ordine e il cui utilizzo è al centro
delle polemiche di questi giorni. Notte di roghi a Palermo, dove sono stati incendiati
cumuli di immondizie non ancora smaltiti. In questa situazione c’è chi ha già avviato
un’attività alternativa all’insegna del recupero e della riutilizzazione di tutto
ciò che buttiamo. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Carla Poli, titolare
del Centro Riciclo Vedelago, in provincia di Treviso, azienda che sta già intervenendo
in alcune province campane:
R. – Riciclare
è un imperativo, oltre che una legge che si dovrebbe rispettare, per ottenere una
sostenibilità in questo mondo, ormai ricoperto di materiali di ogni genere. Quindi,
se vogliamo puntare alla sostenibilità e al risparmio delle materie prime, dobbiamo
assolutamente recuperare i materiali che vengono dismessi, fermo restando che bisogna
ridurre il consumo.
D. – Dalla vostra attività di riciclo, che tipo
di materiali ancora utilizzabili possono essere prodotti?
R. – Noi partiamo
con un sistema che inizia dall’educazione dei cittadini, per considerare materiale,
e non rifiuto, quello di cui ci disfiamo. Chiediamo che venga fatta una raccolta differenziata,
che viene effettuata porta a porta, in modo tale che ognuno sia responsabile di ciò
che consegna; poi ci sono gli impianti di selezione, per recuperare i materiali che
hanno già un mercato: il 50-60 %si vende subito. Il materiale
rimanente viene trattato – questa l’innovazione che abbiamo ideato – e trasformato
in una materia cosiddetta “prima di seconda scelta”. Il tutto è fatto a norma di legge,
perché le leggi ci sono, ma purtroppo vengono poco applicate.
D. – Praticamente
che cosa viene realizzato?
R. – Noi lavoriamo molto con le università
e gli istituti di ricerca, per trovare soluzioni compatibili, soluzioni corrette e
anche economicamente valide. Per esempio, il granulo a matrice prevalente plastica
viene utilizzato sia nell’edilizia, per alleggerire i manufatti in cemento, sia per
fare arredo urbano, come panchine, gettacarte, pavimentazioni e quant’altro. La gamma
di utilizzo è vastissima.
D. – Alla fine di tutto questo processo, percentualmente
quanto finisce in discarica?
R. – Scartiamo da tutta la massa dei rifiuti
solo quei materiali che non sono ben identificati e che potrebbero creare delle problematiche:
la percentuale che va in discarica varia dal 3 al 6%.
D. – L’emergenza
rifiuti in Campania è sotto gli occhi di tutti. Avete provato a dire la vostra in
questa situazione?
R. – Noi abbiamo già sottoscritto un protocollo di
intesa con la provincia di Benevento, che ha già attivato la raccolta porta a porta,
ottenendo dei risultati molto positivi. Si stanno per apprestare due tipologie di
impianti: uno per la fase di selezione e una per la fase di estrusione. Fra qualche
mese sarà, appunto, in funzione il primo impianto. Quindi, Benevento si avvia a questa
nuova fase di recupero materiali e non ho dubbi che anche Napoli possa seguire questa
strada.
D. – Ci sono delle resistenze – secondo lei – ad intraprendere
questa strada?
R. – No, perché i cittadini hanno capito che è meglio
recuperare piuttosto che seppellire o bruciare. Le amministrazioni hanno chiesto la
nostra collaborazione e verrà sviluppato anche un nuovo sistema professionale: saranno
creati molti posti di lavoro, perché l’attività di recupero prevede nuove fabbriche,
nuovi laboratori e molto altro. (ma)