Quello convocato da Benedetto XVI è il terzo Concistoro ordinario pubblico del suo
Pontificato, dopo quelli del 24 marzo 2006 e del 24 novembre 2007. Con la cerimonia
di domani entreranno nel Collegio delle porpore 24 nuovi cardinali (20 elettori e
4 ultraottantenni), che porteranno il Collegio a un totale di 203 porporati, di cui
121 elettori e 82 non-elettori. Alessandro De Carolis traccia alcuni passaggi
storici di questa antica istituzione, profondamente riformata dai Pontefici lungo
i secoli:
Fu Paolo
VI, con il Motu Proprio Ingravescentem aetatem del 1970, a disporre che con
il compimento dell’80.mo anno di età, i cardinali perdessero il diritto a entrare
in Conclave per eleggere il Romano Pontefice, oltre a cessare ogni loro incarico in
seno alla Curia Romana e agli altri organismi della Santa Sede e dello Stato Vaticano.
Inoltre, con il Concistoro Segreto del 1973, Papa Montini fissò a 120 il numero massimo
dei cardinali elettori. Soglia confermata da Giovanni Paolo II, che pure vi ha derogato
un paio di volte, portando i cardinali elettori alla cifra di 135. Benedetto XVI ha
ugualmente confermato la norma dei 120, in occasione dei due precedenti Concistori
da lui presieduti.
La storia del Collegio cardinalizio risale al Primo
millennio della Chiesa, quando il numero delle porpore oscillava tra i 20 e i 40 effettivi.
E antica è pure la suddivisione del Collegio in tre ordini (cardinale-vescovo, cardinale-presbitero
e cardinale-diacono), figlia di un’epoca in cui la sua dimensione era essenzialmente
“romana” e dunque la triplice distinzione serviva a stabilire se un cardinale fosse
preposto alla cura di una delle sette diocesi suburbicarie di Roma, piuttosto che
di una delle cinque Basiliche maggiori, o ancora all’amministrazione del Palazzo lateranense
e dei sette dipartimenti di Roma, compresa la cura dei poveri che si trovavano in
essi. Nei secoli, i Papi aprirono anche all’elezione di cardinali esterni alla Curia
Romana e si deve a Giovanni XXIII la decisione che tutti i cardinali siano insigniti,
qualora non lo fossero, della dignità episcopale.
Oggi, i cardinali
facenti parte del Collegio – sempre presieduto da un “decano, che per tradizione è
il vescovo di Ostia – svolgono principalmente tre funzioni, stabilite dal canone n.
349 del Codice di Diritto Canonico: eleggono in modo collegiale il Papa, consigliano
il Pontefice durante il concistoro nelle questioni di maggiore importanza, lo aiutano
singolarmente nella cura quotidiana della Chiesa universale, come primi responsabili
dei maggiori dicasteri della Curia.