2010-11-19 15:09:25

Incontro sulle migrazioni a Bogotà: l'omelia di mons. Vegliò


È in corso a Bogotà, in Colombia, l’incontro continentale latinoamericano di Pastorale delle Migrazioni, organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, in collaborazione con la Sezione per la Mobilità umana del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam). Il tema scelto è anche l’obiettivo dell’iniziativa: “Per una migliore Pastorale delle migrazioni economiche e forzate in America Latina e nei Caraibi”. Domani, a conclusione dell’incontro, il presidente del Pontificio Consiglio, mons. Antonio Maria Vegliò, presiederà una concelebrazione eucaristica nel corso della quale pronuncerà un’omelia di cui ha fornito alcune anticipazioni alla stampa. In essa il presule riprende il percorso di riflessione fatto dai partecipanti nei quattro giorni, definendo il fenomeno migratorio “una sfida” del XXI secolo per tutto il mondo, sottolineando, in particolare, la grande ricchezza culturale della quale i migranti sono portatori e che deve essere rispettata dalla comunità internazionale. I tipi di migrazione che esistono oggi, secondo l’arcivescovo, sono due: economica e forzata. Quest’ultima, in particolare, rappresenta un fenomeno diffuso, che va affrontato a livello internazionale sia da un punto di vista etico sia dal punto di vista dei migranti stessi, che spesso cadono nelle mani della criminalità organizzata che si occupa di traffico di esseri umani. Molti, infatti, stanchi delle condizioni di lavoro e di vita in cui versano nel Paese di origine, sono facile vittima dei trafficanti, che promettono loro un futuro migliore da costruire altrove. È così che molti si mettono in viaggio alla volta di destinazioni delle quali ignorano tutto: la lingua, le leggi, e soprattutto la cultura, spesso contraendo con queste organizzazioni, debiti che poi ricadranno sulle loro famiglie. Indispensabile, dunque, per i Paesi di destinazione, non solo il controllo dei flussi migratori in ingresso, ma anche la tutela dei migranti e la lotta contro il crimine organizzato, adottando misure che garantiscano, ad esempio, la protezione fisica dei migranti che denunciano la situazione, senza dover avere paura delle conseguenze del proprio status di irregolare. Il continente latinoamericano è profondamente toccato dal fenomeno delle migrazioni ed è anche particolarmente devoto alla Vergine Maria, che mons. Vegliò celebra come “Madre del cammino”. “Maria ci incoraggia, ci conforta, ci aiuta a spendere le nostre forze al servizio dei migranti – scrive il presule – è il modello e l’ispiratrice di ogni migrante. La moglie, la madre e la discepola alla quale s’ispirano anche tutti coloro che sono impegnati nell’opera Pastorale a favore dei migranti. Maria è la Madre della Chiesa e della famiglia migrante”. Da qui l’invito ai sacerdoti di occuparsi dell’assistenza spirituale dei migranti, attraverso l’invio di missionari capaci e in comune accordo con le Conferenze episcopali locali, anche perché a volte, soprattutto se il Paese di destinazione è particolarmente secolarizzato, molti abbandonano la pratica religiosa. Contemporaneamente, il presule invita i governi a varare politiche che tutelino i diritti fondamentali dei migranti e contrastino gli abusi lavorativi e quelli di natura sessuale nei loro confronti, garantendo al tempo stesso accesso ai servizi di base, alla cittadinanza e al ricongiungimento familiare. (A cura di Roberta Barbi)







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