Il presidente Napolitano consegna i Premi Balzan 2010
Il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, ha consegnato stamani
al Quirinale i Premi Balzan 2010. Il capo di Stato italiano ha affermato che gli investimenti
per la cultura e la ricerca sono da salvaguardare anche nelle congiunture più difficili.
Hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento il professore tedesco di storia del teatro
Manfred Brauneck, lo storico e saggista italiano Carlo Ginzburg, il matematico brasiliano
Jacob Palis ed il medico giapponese Shinya Yamanaka. Ciascun vincitore del Premio,
distintosi nel proprio campo con ricerche o importanti contributi, riceverà un milione
di franchi svizzeri. Sui temi emersi durante la cerimonia di premiazione Amedeo
Lomonaco ha intervistato il prof. Salvatore Veca, presidente del
Comitato generale Premi della Fondazione Balzan:
R. – Dal
punto di vista della Fondazione Balzan, il tema principale è questo: ritenendo la
cultura e la ricerca in tutti gli ambiti un bene pubblico, una caratteristica del
Premio Balzan è quella che metà dell’ammontare del Premio di ciascun premiato ogni
anno debba essere destinata ad un programma di ricerca che coinvolga prioritariamente
giovani ricercatori o ricercatrici. L’altro tema centrale è stato posto da uno dei
premiati di quest’anno, il professor Carlo Ginzburg, il quale ha richiamato l’attenzione
sull’assoluta importanza per un Paese civile, dell’“educare” e quindi delle istituzioni
preposte all’educazione. Ginzburg sostiene che se non si prende sul serio questa pre-condizione,
un Paese perde in fatto di civiltà oltre che di competitività.
D. –
Tra i premiati c’è anche il ricercatore giapponese Yamanaka, per la sua scoperta di
un metodo che permette di trasformare le cellule già differenziate in cellule che
presentino le caratteristiche delle staminali embrionali. Anche questo è un ambito
decisivo per il tasso di civiltà di un Paese …
R. – Il professor Yamanaka
ha chiarito che le enormi difficoltà di tipo bioetico legate, come è noto, all’impiego
di cellule embrionali sono in qualche modo superate da un metodo che, muovendo dal
trattamento genetico di cellule adulte, le differenzia dando loro le caratteristiche
di cellule staminali. Questo mi sembra un contributo straordinario che, a mio avviso,
può permetterci di vedere orizzonti di ricerca in un quadro di grande civiltà.
D.
– La Fondazione internazionale Balzan è nata nel 1956 per promuovere nel mondo la
cultura, le scienze, le più meritevoli iniziative di pace e di fratellanza tra i popoli.
Quali i frutti di questo impegno?
R. – Abbiamo pubblicato proprio ora
un piccolo libro che attesta, illustra e documenta tutte le ricerche, o istituzioni
coinvolte nel mondo, a partire dal 2001, questa iniziativa della metà del premio devoluta
per la ricerca. Speriamo nei prossimi 20 e 30 anni di avere altrettanta messe cospicua
di risultati. (gf)