2010-11-19 15:47:51

Giornata mondiale per la prevenzione dell’abuso sull’infanzia


Si celebra oggi la “Giornata mondiale per la prevenzione dell’abuso sull’infanzia”. In questa occasione l'associazione “Terre des Hommes” ha lanciato due settimane di campagna con il motto “Io proteggo i Bambini”: fino al 21 novembre si possono inviare sms solidali al numero 45509 per iniziative in Colombia, Perù e Mauritania. Francesca Sabatinelli ha intervistato Federica Giannotta, responsabile dei diritti dei minori di “Terre des Hommes”:RealAudioMP3

R. - Abbiamo deciso di lanciare questa campagna “Io proteggo i bambini”, perché riteniamo che il problema dell’abuso - inteso come violenza sui bambini in senso lato - sia un problema ancora molto, molto diffuso ed anzi in incremento sia in Italia che nel resto nel mondo. In Italia le cifre parlano chiaro: i dati della Polizia, relativi al 2009, dicono che sono 4.200 i reati aventi come vittime i bambini. Di questi 4.200, ben 1.029 riguardano maltrattamenti subiti in casa e 860 sono le violenze sessuali: si tratta di dati per i quali si è già proceduto penalmente. Quindi, immaginiamoci il sommerso!

D. - Noi abbiamo parlato della situazione in Italia, ma i dati delle Nazioni Unite, che sono poi a livello mondiale, non danno più respiro!

R. - Assolutamente no! Si parla, infatti, di 500 milioni fino ad un miliardo e mezzo di bambini che ogni anno sono vittima di una qualsivoglia forma di violenza. Ci sono poi 217 milioni i bambini costretti a lavorare, che svolgono lavori anche molto, molto pericolosi per la propria salute. Abbiamo dei progetti in Perù, ad esempio, che coinvolgono i bambini che lavorano i mattoni artigianali e che sono esposti a rischi per la salute sin dall’età di tre anni.

D. - Questa necessità di aiutare l’infanzia in difficoltà non è una cosa di oggi: sono 50 anni che la vostra Associazione lavora per questo e come voi tante altre. Ci sono grandi campagne di sensibilizzazione, eppure noi oggi ancora parliamo di questo. Cosa manca?

R. - Manca anzitutto una coscienza - io credo - collettiva ed un’attenzione collettiva al fatto che ciascuno di noi può farsi portatore di un atteggiamento di prevenzione. Questo vuole dire che se a casa, a scuola, in una comunità, un bambino può essere in ogni momento vittima di un abuso, vuol dire che chi gli sta intorno non sta creando le condizioni per prevenirlo. Per quanto riguarda poi l’Italia, manca un sistema di monitoraggio del fenomeno che sia omogeneo in tutto il Paese. Ci sono stati tanti tentativi di organizzare una raccolta dati, ma - nonostante l’urgenza - questo non è mai stato fatto! Si tentano - a livello territoriale, naturalmente - delle fotografie del problema, ma non c’è un sistema che tutti i comuni a livello italiano adottino per poter poi far confluire i propri dati a livello nazionale. E’ chiaro, quindi, che del nostro Paese non avremo mai una fotografia reale. (mg)







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