Risoluzione d'urgenza all'Europarlamento contro le violenze anticristiane in Iraq
Una Risoluzione d'urgenza sugli attacchi ai cristiani in Iraq sarà messa al voto la
prossima settimana alla plenaria del Parlamento Europeo, a Strasburgo. La Risoluzione
è stata accolta oggi e inserita all’ordine del giorno della prossima Plenaria, dopo
la gravissima escalation di attacchi subiti dai cristiani in Iraq negli ultimi mesi
e in particolare nelle ultime settimane. Il servizio di Fausta Speranza
La Risoluzione
prevede un piano concreto di azione e dovrebbe far sentire forte la voce dell'Europa
in difesa della comunità cristiana del Medio Oriente. È quanto afferma Mario Mauro,
presidente dei Deputati del PDL al Parlamento europeo e rappresentante speciale OSCE
per la lotta alle discriminazioni contro i cristiani, che ha presentato la Risoluzione.
Mauro afferma che "l'Unione europea non può rimanere inerme davanti alla carneficina
quotidiana perpetrata ai danni della comunità cristiana di Baghdad e di tutto l'Iraq
e che l'Europa, la comunità internazionale ed il Governo iracheno devono mettere in
campo azioni concrete fin da subito” contro quella che definisce “una caccia casa
per casa a chi non si professa musulmano”. Primo punto della risoluzione: le autorità
irachene garantiscano l'incolumità personale, l'integrità e la sicurezza della minoranza
cristiana in territorio iracheno fin da subito. Passo successivo: l'organizzazione
di una missione d'inchiesta da parte della comunità internazionale. Poi l’obiettivo
deve essere far tornare ad una "vita normale" e sicura i componenti della comunità
cristiana: in un primo momento gli iracheni che fuggono dalle violenze devono essere
accolti ma una volta ristabilite le condizioni da parte delle autorità irachene, deve
essere attuato un rapido piano di rientro in Iraq con la garanzia della restituzione
dei rispettivi beni ai legittimi proprietari". La Risoluzione inoltre chiede che venga
promossa in Iraq una conferenza internazionale con l'obiettivo di favorire il dialogo
tra le diverse comunità religiose del Paese, per andare oltre le logiche di violenza
che strumentalizzano la religione.
Iraq: si discute sull’assetto del
Consiglio Nazionale Crescono le polemiche tra il premier 'in pectore’ iracheno
Nuri al-Maliki e Iyad Allawi sull'assetto del Consiglio Nazionale iracheno per le
politiche strategiche, il nuovo organismo frutto dell'intesa per il governo raggiunta
dai leader politici lo scorso 11 novembre. Il Consiglio, fortemente voluto dagli Usa
per controbilanciare i poteri in materia di sicurezza del primo ministro Maliki, in
base agli accordi dovrebbe essere presieduto dal capo di Iraqiya, Allawi. Hassan Sinaid,
esponente della coalizione Stato di diritto guidata da Maliki, ha annunciato che lo
statuto del nuovo organismo è pronto. "Il Consiglio - ha spiegato Sinaid - avrà competenza
in materia di politiche della sicurezza" ma con poteri soltanto consultivi. Una decisione
che ha suscitato polemiche all'interno dello schieramento di Iraqiya, che lamenta
la rottura degli accordi stabiliti l'11 novembre. Allawi, in particolare, ha già annunciato
che rifiuterà di presiedere il Consiglio se questo non disporrà di poteri esecutivi.
Afghanistan:
uccisi due soldati Isaf Due soldati della Forza internazionale di assistenza
alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) sono morti ieri in altrettanti incidenti
nell'Afghanistan meridionale. Lo ha riferito la stessa Isaf a Kabul. In un comunicato
si precisa che il primo decesso è stato causato dallo scoppio di un ordigno rudimentale
(ied) ed il secondo da un attacco degli insorti. Le vittime militari straniere sono
ora 652 dall'inizio dell'anno (521 in tutto il 2009) e 41 dall'1 novembre 2010.
Ahmadinejad
parla di minacce dalle potenze mondiali Le potenze mondiali dovrebbero smettere
di minacciare l'Iran se vogliono ottenere risultati dai colloqui sul programma nucleare
iraniano. Lo ha detto il presidente Mahmoud Ahmadinejad durante la visita che sta
compiendo in Azerbaigian. Nel corso di una conferenza stampa Ahmadinejad non ha detto
se i colloqui previsti per il mese prossimo tra Teheran e le sei potenze mondiali
(Russia, Cina, Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania) andranno davvero avanti. “Dovrebbero
modificare i loro vecchi metodi - ha continuato il presidente iraniano - in caso contrario
i risultati saranno gli stessi: nessun embargo può cambiare il popolo iraniano”.
Allarme
terrorismo in Germania Un sospetto ordigno è stato confiscato tra i bagagli
in partenza dalla Namibia con un volo della compagnia aerea 'Air Berlin', diretto
da Windhoek a Monaco di Baviera. Secondo quanto reso noto dalla polizia tedesca,
si tratta di una valigia contenente un detonatore e un congegno ad orologeria, collegati
a un oggetto sospetto. Non è chiaro però se la presunta bomba fosse in grado di esplodere.
La scoperta risale a ieri, durante le operazioni di carico nella stiva dell'aereo,
proprio nel giorno in cui la Germania ha deciso di inasprire le misure di sicurezza.
Proprio ieri, il ministro dell'Interno tedesco, Thomas de Meziere, aveva messo in
guardia contro possibili attentati terroristici in Germania nel mese di novembre sulla
base di informazioni ricevute da servizi di intelligence esteri.
Irlanda:
il ministro delle Finanze annuncia possibili richieste di aiuti L'Irlanda potrebbe
chiedere interventi di assistenza finanziaria per le banche del Paese una volta conclusi
i negoziati con l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale. Lo ha detto
il ministro delle Finanze irlandese, Brian Lenihan, nel corso dell'audizione in Parlamento,
precisando che sono ancora al vaglio varie opzioni. Lenihan - riferisce l'agenzia
Bloomberg - ha spiegato che una buona soluzione potrebbe prevedere che i fondi siano
messi a disposizione senza tuttavia implicarne il necessario utilizzo da parte di
Dublino e ha sottolineato come i colloqui siano mirati ad individuare una soluzione
''duratura'' ai problemi delle banche irlandesi.
Ocse: ripresa in corso
ma con riserve Secondo l'ultimo Outlook dell’Ocse, che sottolinea la debolezza
dei conti pubblici in alcuni Paesi europei, le economie dell'area Ocse e dell'eurozona
cresceranno più del previsto quest'anno e meno il prossimo. La ripresa è in corso
in molti Paesi anche se la preoccupazione maggiore resta l'alto tasso di disoccupazione.
La crescita, prosegue l'Ocse, è più accentuata nelle economie emergenti e resta fragile
e ineguale in molti Stati dell'area e recentemente ha perso colpi. I mercati finanziari,
si legge ancora nel rapporto d'autunno, continuano a "normalizzarsi" e le famiglie
e le aziende stanno riducendo il proprio indebitamento. Di conseguenza la crescita
si dovrebbe rafforzare nel 2011 e 2012. La vera sfida, spiega il rapporto, sarà quella
di guidare la transizione da una ripresa sostenuta dagli aiuti pubblici a una crescita
autonoma. A seguito del ritiro delle politiche di stimolo, la politica dovrà realizzare
una struttura credibile di medio-periodo, in cui vi sia compreso il settore finanziario,
per stabilizzare le aspettative e rafforzare la fiducia. L'Ocse evidenzia anche come
siano necessarie la politiche di consolidamento fiscale per una sostenibilità del
debito. Allo stesso tempo è importante realizzare riforme strutturali per "rafforzare
la crescita". Anche nei prossimi anni la Germania sarà la locomotiva d'Europa. Bene
anche la Francia e la Gran Bretagna.
Usa: Sarah Palin parla della possibilità
di candidarsi alle presidenziali nel 2012 L'ex candidata alla vice-presidenza
Usa, Sarah Palin, è convinta di poter battere il presidente Barack Obama qualora si
candidasse alle presidenziali del 2012. L'esponente del Tea Party, in un'intervista
con la Tv Abc, ha detto di stare seriamente considerando la possibilità di una candidatura
alle prossime elezioni.
Thailandia e Usa in tensione con la Russia per il
caso Bout Si aggrava la crisi diplomatica innescata dall'estradizione dalla
Thailandia agli Stati Uniti del trafficante d'armi russo Viktor Bout, eseguita martedì.
Il premier thailandese, Abhisit Vejjajiva, ha annullato una visita in Russia dopo
le durissime proteste di Mosca mentre i russi accusano Washington di aver fatto pressioni
su Bout per convincerlo a dichiararsi colpevole in tribunale. Abhisit ha assicurato
che la rinuncia a partecipare al summit di quattro giorni sulla protezione delle tigri
che si apre domenica a San Pietroburgo non è legata alla querelle, ma a impegni politici
in patria. I rapporti con la Russia sono comunque tesi e il premier thailandese ha
auspicato che “non siano influenzati da una singola questione”. Sull'estradizione,
Abhisit ha negato di aver ceduto alle pressioni Usa e ha rimproverato a Mosca di non
aver presentato prove a discarico del “mercante di morte”, come è soprannominato Bout.
Davanti a un tribunale di New York, Bout si è dichiarato non colpevole per le accuse
di cospirazione per uccidere cittadini statunitensi, di acquistare missili anti-aerei
e di sostenere gruppi terroristici. Il 43enne ex ufficiale dell'aviazione sovietica
è stato incarcerato senza possibilità di rilascio su cauzione e comparirà di nuovo
davanti ai giudici il 10 gennaio. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 322
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