Irlanda: mons. Martin presenta "Giovanni Paolo II, apostolo della gioventù"
L’arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin, primate d’Irlanda e vicepresidente della
Conferenza episcopale irlandese, ieri pomeriggio ha voluto ricordare il grande Papa
Giovanni Paolo II, maggior apostolo della gioventù dei nostri tempi. Il presule ha
poi presentato il senso dell’iniziativa: “Oggi è più che mai urgente presentare ai
giovani esperienze positive ma soprattutto testimonianze forti di chi ha trovato
nella fede cristiana una proposta avvincente per vivere in maniera autentica” . Dopo
la presentazione del premio “Il Pope John Paul II Award” alla Mansion House - riferisce
L'Osservatore Romano - è stato lo stesso arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin ad
esprimere l’urgente necessità di rinnovare il sistema educativo, l’organizzazione
delle parrocchie e soprattutto valorizzare la generosità e la idealità dei nostro
giovani, come parte integrante di questo rinnovamento. Il riconoscimento dedicato
al compianto Pontefice, ideatore delle Giornate Mondiali della Gioventù, può anche
diventare — si è augurato l'arcivescovo — un “forte punto di partenza per superare
le difficoltà del tempo presente, legate soprattutto alla secolarizzazione, ma anche
alle note vicende relative agli scandali e abusi compiuti da rappresentanti del clero”.
L'iniziativa, sorta grazie alla collaborazione tra l'associazione Catholic Youth Care
e l'ufficio per l'Evangelizzazione dell'arcidiocesi di Dublino, si rivolge ai giovani,
tra i 16 e i 18 anni, impegnati attivamente nelle parrocchie e nelle opere di servizio
sociale e di volontariato, che sapranno presentare una valida riflessione sulla loro
esperienza di fede. “Come vescovo, una delle mie maggiori preoccupazioni — ha detto
Martin — è la mancanza di interazione tra la Chiesa e i giovani. In particolare, la
mancanza di contatti tra i giovani e loro parrocchie. Anche l'Irlanda, uno dei Paesi
a più forte tradizione cattolica, sta subendo l'influsso potente della secolarizzazione.
E questo, nonostante la considerevole presenza di scuole cattoliche. La risposta
alla questione del dialogo tra i giovani e la Chiesa deve cominciare con l'ascolto
dei giovani, mostrando loro che la Chiesa vuole che essi si assumano la responsabilità
della loro fede e della loro formazione e che la Chiesa in questo è pronta ad aiutarli”.
(C.P)