2010-11-18 08:03:07

Haiti: oltre 1.100 morti per l'epidemia di colera. Appello dei vescovi alla mobilitazione


“Mobilitiamoci, uniamo i nostri sforzi per frenare la rapida diffusione del colera: autorità alla guida del Paese, medici, operatori sanitari, società civile, giornalisti, educatori, capi religiosi: diffondiamo messaggi, attraverso le radio, le televisioni, per favorire la prevenzione, in particolare per le zone più a rischio, nei campi dei terremotati e nelle bidonville”. Lo chiedono i vescovi di Haiti, in un appello diffuso in queste ore - ripreso dall'agenzia Misna - all’indomani di una riunione della Conferenza episcopale. Intanto, l’epidemia di colera - che ha già causato oltre 1.100 morti - sta creando forti tensioni nella popolazione: ieri un uomo è morto in scontri fra caschi blu dell'Onu e manifestanti a Cap Haitien. La situazione, già grave per il terremoto del gennaio scorso, rischia di peggiorare in vista delle elezioni presidenziali e legislative, in programma il 28 novembre. Sulla possibilità di andare a breve alle urne, Giancarlo La Vella ha intervistato Marco Bello, giornalista rientrato da qualche mese da Haiti: RealAudioMP3

R. - Tecnicamente - e forse anche politicamente - non ci sarebbero le condizioni per fare le elezioni. Il problema è anche che la gente è stanca di come il governo sta gestendo la ricostruzione e, quindi, è necessario un cambiamento. La situazione è molto difficile: sono stati registrati quattro milioni di elettori ma, di fatto, non sia sa ancora chi abbia la carta elettorale.

D. – Quindi, una stabilità istituzionale potrebbe invece favorire una pur lenta ricostruzione e un’uscita da questa epidemia di colera che sta devastando la popolazione…

R. – Sicuramente, la gente vorrebbe un cambiamento e, probabilmente, una stabilità istituzionale. Questo governo, di fatto, ha escluso completamente la società civile nel processo di analisi dei bisogni e nel processo di ricostruzione, facendo gestire tutto a livello internazionale. Di fatto, poi, la gestione avviene in modo caotico, perché interviene come vuole e questo governo non è in grado di fissare dei paletti su come le ong internazionali o le Nazioni Unite possano intervenire. Questo vuol dire che, a 10 mesi dal sisma, praticamente nessuno è riuscito a rientrare a casa propria e la gente si trova ancora nelle tendopoli o, addirittura, in ripari di fortuna. E’ chiaro che il colera si innesta in questo processo come fenomeno che poteva anche essere arginato.

D. - In particolare, di chi sono le responsabilità delle inefficienze in questa doppia emergenza haitiana, terremoto più colera?

R. – In primo luogo, sono del governo che non è riuscito a sollecitare e a mobilitare la società civile, la società haitiana. In secondo luogo, sono della comunità internazionale che non è stata coordinata. Un cambiamento al governo - fare un governo di unione nazionale - e iniziare a coinvolgere anche gli altri strati della società haitiana e, magari, mettere qualche paletto, potrebbe forse aiutare pian piano a venir fuori dal caos, perché, comunque, in questo momento c’è un caos totale. (bf)









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