2010-11-17 14:37:24

Costa Rica: nota dei vescovi sulle tensioni per questioni di confine con il Nicaragua


In merito allo scontro che per questioni di confine, in questi ultimi mesi, ha fatto crescere le tensioni tra il Costa Rica e il Nicaragua, e dopo alcuni incidenti pericolosi nell’area in discussione fra i due Paesi centroamericani, ieri i vescovi costaricense hanno espresso “preoccupazione e angoscia” ricordando che si tratta di due popoli fratelli che, oltre ai confini, condividono anche “storie e aneliti”. I presuli circa la controversia sulla sovranità del fiume San Juan parlano della presenza di militari nicaraguensi nell’isolotto di Calero e sostengono le azioni del governo del Paese che ha chiesto una soluzione diplomatica della questione tramite organismi internazionali come l’Osa (Organizzazione degli Stati americani). In questo senso, i vescovi sostengono anche la dichiarazione dell’Osa che, giorni fa, ha chiesto “ai governi di riprendere subito le conversazioni sulle questioni vincolate alla definizione dei confini in conformità con i trattati e gli arbitraggi”. La Conferenza episcopale incoraggia il governo del Costa Rica a continuare sul sentiero del dialogo diplomatico “fedele alle tradizioni civiche del Paese e dunque convinto che la risoluzione dei conflitti si raggiunge usando la via diplomatica, il dialogo e il rispetto del diritto internazionale”. Auspicando una condotta simile da parte dei governanti del Nicaragua, i presuli, si rivolgono ai cittadini fratelli di questa nazione, ospiti del Costa Rica, “affinché diano un contributo fraterno al raggiungimento del bene comune per gli abitanti delle due nazioni”. I vescovi sono convinti che questi cittadini, costarricensi e nicaraguensi, condividono gli stessi aneliti di “pace, di convivenza civica, fratellanza e rispetto per la vita”. Ricordando la 'Pacem in terris' di Giovanni XXIII ribadiscono: “La violenza non fa altro che distruggere; la violenza non edifica, anzi accende le passioni; accumula odio e macerie e non consente la fraternità fra le persone”. Mons. Hugo Barrantes Ureña, arcivescovo di San Jsé e presidente dell’episcopato, che firma il documento insieme a mons. Ángel San Casimiro Fernández vescovo di Alajuela, responsabile della pastorale sociale/Caritas, conclude invitando tutti a riconoscere, come discepoli del principe della pace Gesù Cristo, il bisogno di pregare intensamente in un’ora come questa. A pregare, soprattutto, si legge “perché i governanti, mossi dalla giustizia e dalla verità, siano capaci di raggiungere gli accordi necessari che mettano fine al conflitto e ristabiliscano i rapporti cordiali che i due popoli si attendono”. (L.B.)







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