2010-11-16 14:57:07

Indonesia: cattolici in aiuto ai profughi di Mentawai e alle vittime del vulcano Merapi


“E’ un grande segno spirituale vedere che tanti donatori inviano aiuti ai sopravvissuti a Mentawai”. La dottoressa Irene Setiadi, membro del gruppo cattolico Kelompok Bakti Kasih Kemanusiaan (Kbkk), racconta all'agenzia AsiaNews il loro impegno e la diffusa generosità verso gli abitanti delle isole Mentawai, colpite dallo tsunami che il 26 ottobre ha ucciso almeno 451 persone e causato migliaia di sfollati. La Setiadi, dermatologa lureata in Germania, spiega che 2 grandi autocarri pieni di vario materiale sono già stati inviati a Padang (Sumatra Ovest) per andare poi a Mentawai. "Nei prossimi giorni – dice – partirà per Mentawai un altro gruppo di Kbkk, comprendente 3 medici e 2 volontari”. “Il gruppo di soccorso lavorerà sul luogo per almeno 4 settimane, sotto la supervisione di padre Augustine Mudjihartono, capo della Caritas della diocesi di Padang”. La Caritas della diocesi organizza gli aiuti umanitari a Mentawai insieme al Kbkk. Sarà la seconda missione umanitaria del Kbkk a Mentawai, dopo quella del 2008. La Setiadi spiega che il suo gruppo sta organizzando un’altra missione di aiuto per le vittime del vulcano Merapi nella Java Centrale, sotto la guida del medico e attivista del Kbkk Andreas Gunawan. Ad AsiaNews egli spiega che “ci occorrono con urgenza diversi generatori elettrici, acqua, abiti usati, medicinali, riserve di cibo, biancheria per i profughi di Merapi che ancora a centinaia si sono riparati in rifugi provvisori”. Il gruppo cattolico Kbkk si dedica ad aiutare gli altri, soprattutto la gente meno fortunata, le vittime di disastri naturali e di conflitti politici. Presente in Indonesia da 10 anni, il Kbkk ha svolto missioni di aiuti in oltre 20 diocesi in tutto il Paese. Tra l’altro ha portato aiuti e servizi sanitari e alimentari ai rifugiati di Timor Est a Atambua nella provincia di East Nusa Tenggara, poco dopo il massacro a Dili del 1999; come pure alle vittime della violenza settaria a Ambon e Poso, alla popolazione colpita dallo tsunami ad Aceh, ai sopravvissuti dei terremoti di Padang, Yogyakarta, Tasikmalaya. Hanno portato servizi sanitari ai papuani in zone remote della provincia di Papua, come a Nabire. Il gruppo conta almeno 250 attivisti, tra cui specialisti come medici e architetti e decine di sacerdoti e suore, guidati dal vescovo di Palangkaraya mons. Sutrisnaatmaka. (R.P.)







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