2010-11-16 15:55:31

Crisi economica in Europa: il caso Irlanda allarma l'Ue


Sempre in primo piano la situazione economica in Europa. Il presidente della Commissione Ue Barroso ha espresso delusione per il mancato via libera al bilancio dell’anno prossimo, mentre altri esponenti di Bruxelles si sono detti preoccupati per le conseguenze a livello della crescita dei Paesi membri. Oggi, intanto, al centro del vertice Ecofin ci sarà soprattutto il caso dell’Irlanda: i conti pubblici di Dublino stanno preoccupando gli analisti che paventano il rischio di una nuova crisi. Ma cosa sta succedendo nel Paese? Eugenio Bonanata ha intervistato Carlo Altomonte, docente di Economia dell’integrazione europea all’Università Bocconi di Milano:RealAudioMP3

R. – Sostanzialmente l’Irlanda, quest’anno, ha dichiarato un deficit superiore al 10 per cento nel rapporto debito-pil. Quindi, è stato mandato un segnale di potenziale instabilità dei suoi conti pubblici per l’anno a venire, il 2011. Il governo ha già varato un’importante manovra di rientro dal debito pubblico. Ricordiamo che in Irlanda sono stati tagliati i salari pubblici per oltre il 20 per cento e in più sono state avviate tutta una serie di altre manovre. E’ evidente che, al momento, tutti questi tagli non hanno ancora avuto un impatto sul deficit pubblico: quindi il segnale che l’Irlanda manda al mercato è che l’aggiustamento è in corso, ma non è ancora avvenuto. Questo pone l’Irlanda sotto osservazione da parte degli operatori finanziari internazionali.

D. – Gli analisti sembrano essere preoccupati anche della situazione delle banche dell’isola...

R. – Esatto. C’è proprio un altro canale possibile di trasmissione e cioè che il governo abbia fatto i conti sul deficit pubblico effettivo, ma non abbia tenuto conto delle difficoltà del sistema bancario irlandese, che adesso sta realizzando una serie di “perdite” sui prestiti fatti, in particolare nel settore immobiliare. Nel momento in cui queste perdite dovessero essere tenute in considerazione, evidentemente il deficit aumenterebbe ancora di più e, quindi, questi tagli potrebbero essere giudicati non sufficienti. A questo punto, l’Irlanda può farcela da sola, come vuole il suo primo ministro, o deve ricorrere ad un meccanismo di aiuto? La questione è politica. Il primo ministro dice: “Ce la possiamo fare da soli; non abbiamo bisogno dell’aiuto di nessuno”. Bruxelles, invece, dice: “No, iniziate a prendere un po’ di soldi, perché questo tranquillizza i mercati e, nel caso in cui il vostro settore bancario dovesse poi realizzare delle perdite aggiuntive, potrete tranquillamente continuare a prendere a prestito”. Quindi, il messaggio fondamentale da mandare è che attualmente non c’è - e lo sottolineo più volte - nessun rischio di default dell’Irlanda, del Portogallo o della Grecia, perché sono stati tutti – il caso Grecia – o potrebbero essere - nel caso dell’Irlanda e del Portogallo - interessati da queste linee di credito che l’Unione Europea ha già stanziato.

D. – Queste linee di credito dell’Unione Europea potrebbero bastare?

R. – Nel caso dell’Irlanda, del Portogallo e, in parte della Spagna, potrebbero bastare per le esigenze di rifinanziamento dei prossimi due anni. Nel caso in cui i Paesi non facessero i compiti a casa e non iniziassero oggi a tagliare il deficit, per arrivare tra due anni con i conti pubblici in ordine, evidentemente non basterebbero. Nessuno - spero - è tanto irresponsabile da mettersi in questa situazione!

D. – Si può creare un effetto domino: dall’Irlanda la situazione di crisi o presunta crisi può passare e contagiare anche altri mercati? Si parla, appunto, del Portogallo…

R. – Assolutamente sì, nel senso che il sistema bancario europeo ha in portafoglio i titoli irlandesi, i titoli portoghesi, i titoli greci, i titoli spagnoli e così via. Nel momento in cui uno di questi Paesi avesse delle difficoltà a collocare i propri titoli del debito, questi titoli - nella pancia delle banche - varrebbero molto di meno e, quindi, non potrebbero essere usati come garanzia per il funzionamento delle normali operazioni del sistema bancario.







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