2010-11-15 14:27:40

Fuga dal Medio Oriente dei cristiani perseguitati. Padre Samir: una grave perdita per tutti


“La fuga dei cristiani rappresenta una grave perdita per i musulmani e per il Medio Oriente”. E’ quanto dichiara, in un’intervista all'agenzia Sir, l’islamologo gesuita, padre Samir Khalil Samir, commentando gli ultimi fatti di violenza contro i cristiani in Iraq e che li sta costringendo ad emigrare all’estero. Per il gesuita, “la loro fuga priverebbe il Medio Oriente di un contributo importante a due livelli: sul piano della competenza e della capacità. I cristiani, infatti, sono persone che hanno un livello culturale piuttosto elevato, essi rappresentano principi diversi, insistono sui diritti umani, sull’uguaglianza fra tutti intendendo per tutti, credenti e non credenti. Essi hanno il seme della laicità, nel senso della libertà di coscienza, che si trova nel Vangelo”. Anzi, aggiunge padre Samir, sarebbe “una doppia perdita: prima per il cristianesimo – senza il cristianesimo orientale la Chiesa universale perderebbe una tradizione essenziale alla sua vita, ma soprattutto per il mondo musulmano”. I cristiani, infatti, “rappresentano un elemento di diversità ed il mondo islamico ne ha bisogno, soprattutto in questo momento in cui tende a ripiegarsi su se stesso e ad opporsi a tutto ciò che è diverso, l’Occidente in primis. Tocca alle istituzioni difendere la comunità cristiana – ribadisce padre Samir riferendosi alle violenze in Iraq - come richiesto più volte dai suoi stessi esponenti. Attaccare l’Occidente attraverso i cristiani, che reputano legati ad esso a causa della fede, è un atteggiamento vile in quanto i cristiani iracheni non hanno nessun legame particolare con l’Occidente, ancor meno con la politica occidentale. Essi, infatti, sono più orientali (e anche arabi) dei musulmani, in quanto abitano questa terra prima dei musulmani. I cristiani orientali non sono legati all’Occidente, né politicamente né militarmente”. Spiega il gesuita: “i musulmani compiono un doppio errore di principio: considerano il mondo arabo musulmano e quello occidentale cristiano. L’Occidente, è vero, nasce da una tradizione cristiana, ma oggigiorno non accade che l’Occidente, da tempo secolarizzato, si rifaccia al Vangelo per emanare delle leggi. Il cristiano d’Oriente, a causa della propria fede, può comprendere meglio l’Occidente che ha una radice cristiana. Il cristiano serve da mediatore, tra il mondo islamico (al quale appartiene per storia, lingua e cultura) e il mondo occidentale (al quale aderisce per via del Vangelo e della fede cristiana). Aggredire chi fa da mediatore – conclude - è un suicidio vero e proprio, ed è ciò che stanno facendo”. (R.P.)







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