Economia e relazioni con l'islam al centro del viaggio di Barack Obama in Asia
Si conclude oggi il viaggio in Asia del presidente statunitense Barack Obama, che
in 10 giorni ha fatto tappa in India, Indonesia, Sud Corea e Giappone. Una trasferta
segnata anche da due importanti vertici: il G20 di Seul in Corea del Sud e il summit
Asia-Pacifico di Yokohama, in Giappone. Quale dunque il bilancio di questa missione?
Linda Giannattasio lo ha chiesto a Nico Perrone, docente di Storia americana
presso l’Università di Bari:
R. – Le intenzioni
di Obama, attraverso questo viaggio in Asia, erano quelle di rimediare, di trovare
dei punti di appoggio, di trovare degli aiuti, ma mi sembra che - tutto sommato -
abbia riscontrato una certa freddezza o, comunque, una scarsa possibilità di farsi
carico di una crisi finanziario-economica, che è tutta americana.
D.
– Centrale anche la tappa in Indonesia. Obama ha visitato la principale moschea di
Jakarta e ha dichiarato che gli Stati Uniti sono sulla buona strada per il miglioramento
dei loro rapporti con i Paesi musulmani. E’ così?
R. – Questo è vero,
perché la carta dei rapporti con i Paesi musulmani è stata giocata molto bene da Obama,
anche se è una carta che presenta dei rischi all’interno degli Stati Uniti. I musulmani
in America esistono e sono una forza, ma ci sono anche delle forze che vanno assolutamente
in direzione opposta. Pensiamo, per esempio, ai neocon che stanno giocando le loro
carte in vista delle nuove elezioni. Quindi sono questi i conti complessi che Obama
deve fare. Si tratta di conti interni e internazionali.
D. – Al centro
della missione del presidente americano, anche i rapporti con Pechino. Obama è tornato
a ripetere come la Cina, continuando a perseguire il suo sviluppo economico straordinario,
debba però seguire le regole...
R. – Le regole finora le ha fissate
l’America. Pretendere che in tutto il mondo continuino a rispettare le regole fissate
dall’America è molto problematico, specialmente nel momento in cui l’America si trova
in una crisi tremenda e ha anzi bisogno dell’aiuto degli altri.
D. –
Tra le tappe significative anche Mumbai. Quali sono i rapporti tra gli Stati Uniti
e questo grande Paese in via di sviluppo che è l’India?
R. – I rapporti
sono di antica data, non soltanto con l’America, ma anche con l’Occidente. Obama,
probabilmente, in India riuscirà ad avere un successo considerevole dal punto di vista
politico e anche dal punto di vista economico. Ma l’India non basta: l’Asia è molto
vasta! Bisogna tenere in considerazione anche altri problemi, che sono assai complessi.
In Asia, complessivamente, accordi importanti non ce ne sono stati, passi avanti importanti
non ce ne sono stati. Si sono invece registrati dissensi. Dal punto di vista della
politica estera, questo viaggio in Asia non mi sembra sia stato un successo!(ap)