Mons. Chullikatt sulle violenze anticristiane in Iraq: un incubo che non finisce
Una serata di preghiera solidale con le famiglie delle vittime del feroce attentato
avvenuto il 31 ottobre scorso a Baghdad contro la cattedrale siro-cattolica della
città (in cui sono morti decine di fedeli, tra cui bambini, donne e due sacerdoti)
si è svolta ieri con la celebrazione dei Vespri presso la chiesa della Santa Famiglia
a New York, cui hanno preso parte ambasciatori, personale diplomatico delle Nazioni
Unite e molti parrocchiani. La preghiera è stata guidata dal vescovo siro-cattolico
per gli Stati Uniti e il Canada, Yousif Habash, e dall’osservatore permanente della
Santa Sede presso l’Onu a New York, Francis Chullikatt, che ha promosso l'evento e
che in passato ha ricoperto la carica di nunzio apostolico in Iraq e Giordania. “Ama
i tuoi nemici, prega per coloro che ti perseguitano – l’arcivescovo ha citato le parole
del Vangelo di Matteo, particolarmente adatte all’occasione – le preghiere non giovano
solo alle vittime e alle loro famiglie, ma anche ai nostri cuori, affinché non crescano
nell’aridità e affinché sappiamo costruire insieme un mondo in cui promuovere i valori
della riconciliazione, dell’armonia, dell’amore e della pace tra le persone, le nazioni
e le religioni”. “Ciò che è accaduto il 31 ottobre è l’incubo peggiore che si possa
immaginare – ha aggiunto mons. Chullikatt – e l’incubo non è ancora finito. Alcune
famiglie che hanno perso i loro cari, infatti, hanno dovuto subire anche l’assalto
alle proprie case. La situazione è intollerabile”.
Infine l’arcivescovo ha
rivolto un pensiero alle persone coinvolte in altri due attacchi: alle moschee in
Pakistan e alle sinagoghe a Chicago: “Siamo particolarmente colpiti dall’atrocità
di questi atti, specialmente quando vengono perpetrati in nome della religione – ha
detto – e quando i nostri fratelli e le nostre sorelle sono uccisi a causa della loro
fede. Non è certo questo il modo di esprimere la propria fede in Dio”. Intanto ieri
sera sono stati trasferiti in Italia, su invito del cardinale segretario di Stato
Tarcisio Bertone, e accolti al Policlinico Gemelli di Roma, 26 cittadini iracheni
feriti nell’attentato. L’università Cattolica del Sacro Cuore si è resa disponibile
a ospitare anche i loro 21 accompagnatori e familiari in una struttura di sua proprietà.
(R.B.)