2010-11-13 15:51:50

Italia: mozioni contrapposte sul governo Berlusconi


Sono ore decisive per il futuro della legislatura. Pd e Italia dei valori hanno presentato alla Camera la mozione di sfiducia contro il Governo. L’Udc intende concertare una decisione insieme ai finiani di Futuro e Libertà; mentre il Pdl ha presentato in Senato una mozione di sostegno al Governo. Intanto il premier Berlusconi è tornato dal G20 di Seul deciso a non dimettersi. Servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3

Prima l’approvazione della Finanziaria, che ha avuto questa mattina il via libera della Commissione Bilancio della Camera e che viene considerata una priorità dal capo dello Stato e da tutte le forze politiche. Subito dopo ci sarà il chiarimento in Parlamento sulla situazione politica. Chiarimento che avverrà a colpi di mozioni contrapposte tra maggioranza e opposizione; con i finiani intenzionati ad una mozione propria, forse comune con i centristi. E intanto già lunedì Futuro e Libertà potrebbe ritirare la propria delegazione dal Governo. Il presidente della Camera, dopo l’incontro di giovedì scorso con Bossi, aspetta una risposta dal premier alle sue richieste: dimissioni di Berlusconi e allargamento della maggioranza all’Udc. Su quest’ultima ipotesi c’è l’apertura del Pdl, ma resiste il no della Lega. Quanto alle dimissioni, il premier non è intenzionato a pensarci e il Pdl ribadisce che l’unica alternativa ad un Governo guidato da Berlusconi sono le elezioni anticipate. Ipotesi che peraltro allarma le parti sociali, preoccupate per le conseguenze sulla situazione economica e sociale. Berlusconi comunque sfida Fini a sfiduciarlo in Parlamento. Il presidente della Camera esclude di voler attuare ribaltoni politici e spiega di voler rimanere nel perimetro del centrodestra. Ma il segretario del Pd Bersani lo invita alla coerenza, a votare dunque la mozione di sfiducia e a lavorare per un governo di transizione, che affronti legge elettorale ed emergenza economica. Stamani è intervenuto anche il presidente del Senato Schifani, per il quale chi ha vinto le elezioni ha il dovere di governare. E intanto botta e risposta tra Fini e il quotidiano Avvenire, che nei giorni scorsi aveva criticato alcune prese di posizione sul tema della famiglia. “Non voglio parificare matrimonio e unioni di fatto, specie quelle omosessuali - scrive oggi la terza carica dello Stato - ma fare incontrare diverse concezioni etiche presenti nella nostra società”. Replica il direttore di Avvenire, Tarquinio: è una strada scivolosa, c’è il rischio di finire nel burrone giuridico di matrimoni di serie B. Tarquinio ricorda che l’idea di famiglia, che i cattolici considerano un valore non negoziabile, è quella naturale, un bene civile da preservare e su cui lo Stato dovrebbe puntare e fare leggi.







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