Italia: mozioni contrapposte sul governo Berlusconi
Sono ore decisive per il futuro della legislatura. Pd e Italia dei valori hanno presentato
alla Camera la mozione di sfiducia contro il Governo. L’Udc intende concertare una
decisione insieme ai finiani di Futuro e Libertà; mentre il Pdl ha presentato in Senato
una mozione di sostegno al Governo. Intanto il premier Berlusconi è tornato dal G20
di Seul deciso a non dimettersi. Servizio di Giampiero Guadagni:
Prima l’approvazione
della Finanziaria, che ha avuto questa mattina il via libera della Commissione Bilancio
della Camera e che viene considerata una priorità dal capo dello Stato e da tutte
le forze politiche. Subito dopo ci sarà il chiarimento in Parlamento sulla situazione
politica. Chiarimento che avverrà a colpi di mozioni contrapposte tra maggioranza
e opposizione; con i finiani intenzionati ad una mozione propria, forse comune con
i centristi. E intanto già lunedì Futuro e Libertà potrebbe ritirare la propriadelegazione dal Governo. Il presidente della Camera, dopo l’incontro di giovedì
scorso con Bossi, aspetta una risposta dal premier alle sue richieste: dimissioni
di Berlusconi e allargamento della maggioranza all’Udc. Su quest’ultima ipotesi c’è
l’apertura del Pdl,ma resiste il no della Lega. Quanto alle dimissioni,
il premier non è intenzionato a pensarci e il Pdl ribadisce che l’unica alternativa
ad un Governo guidato da Berlusconi sono le elezioni anticipate. Ipotesi che peraltro
allarma le parti sociali, preoccupate per le conseguenze sulla situazione economica
e sociale. Berlusconi comunque sfida Fini a sfiduciarlo in Parlamento. Il presidente
della Camera esclude di voler attuare ribaltoni politici e spiega di voler rimanere
nel perimetro del centrodestra. Ma il segretario del Pd Bersani lo invita alla coerenza,
a votare dunque la mozione di sfiducia e a lavorare per un governo di transizione,
che affronti legge elettorale ed emergenza economica. Stamani è intervenuto anche
il presidente del Senato Schifani, per il quale chi ha vinto le elezioni ha il dovere
di governare. E intanto botta e risposta tra Fini e il quotidiano Avvenire, che nei
giorni scorsi aveva criticato alcune prese di posizione sul tema della famiglia. “Non
voglio parificare matrimonio e unioni di fatto, specie quelle omosessuali - scrive
oggi la terza carica dello Stato - ma fare incontrare diverse concezioni etiche presenti
nella nostra società”. Replica il direttore di Avvenire, Tarquinio: è una strada scivolosa,
c’è il rischio di finire nel burrone giuridico di matrimoni di serie B. Tarquinio
ricorda che l’idea di famiglia, che i cattolici considerano un valore non negoziabile,
è quella naturale, un bene civile da preservare e su cui lo Stato dovrebbe puntare
e fare leggi.