2010-11-13 15:20:47

Appello dei vescovi del Sudan: sostenere i sud-sudanesi nel referendum per l'autodeterminazione


“Un appello a sostenere la giusta causa degli abitanti del Sud Sudan in vista del referendum per l’autodeterminazione della regione”: a lanciarlo la Conferenza episcopale sudanese, al Secam (il Simposio delle Conferenze di Africa e Madagascar) e all’Amecea (l’Associazione di membri delle Conferenze episcopali in Africa orientale) chiedendo che siano rispettati gli accordi di pace del 2005. I presuli, riuniti a Rumbek fino a domani, ribadiscono in primis la necessità di assicurare alla popolazione un’identità nazionale stabile per mettere fine ad ogni forma di violenza. Quale il clima che si respira in questi giorni nel Sud Sudan? Lo abbiamo chiesto a mons. Cesare Mazzolari, vescovo di Rumbek:RealAudioMP3  

R. - La Conferenza episcopale del Sudan si sente sostenuta dal profondo spirito di solidarietà e dalla Lettera che ci hanno scritto le due conferenze del Secam e dell’Amecea, in cui affermano di volerci appoggiare facendo conoscere la situazione in Sudan, sostenendoci nel referendum e soprattutto con la loro presenza fattiva perché il post-referendum sia un periodo tranquillo, di serenità.

 

D. – Voi avete lanciato un appello in cui esprimete preoccupazione per quello che avverrà dopo il referendum, che di fatto apre una fase nuova?

 

R. – E’ una situazione che sta cambiando. I vescovi, a luglio, hanno detto: il Sudan non sarà più uguale nel futuro. Oggi aggiungiamo: anche la Chiesa del Sudan, dopo questo referendum, non sarà più la stessa. Le preoccupazioni nel cuore dei vescovi del Sudan, ma ancor più profondamente nella vita dei nostri fedeli, riguardano un senso di apprensione pensando a quale potrà essere la realtà della Chiesa nel Sudan, soprattutto al Nord, dopo il referendum.

 

D. – Voi avete anche invitato i governi a rispettare l’esito del voto che dovrà svolgersi secondo le vostre richieste, in un clima pacifico. Ma come sta vivendo la popolazione queste, che sono ore di attesa?

 

R. - Al momento si sta verificando un contro-esodo abbastanza importante dei nostri fedeli del Sud Sudan che ritornano da Khartoum, da El Obeid, dal Kosti, verso la loro terra nativa del Sud; questo ritorno non è facile: è impedito e ostacolato dal governo di Khartoum che non permette loro di vendere le loro proprietà, di vendere la loro terra e quindi di avere i mezzi per riportare la famiglia al Sud. (bf)








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