In Italia 26 cristiani feriti nell’attacco alla cattedrale siro-cattolica di Baghdad
È atteso per oggi in Italia un gruppo di 26 cristiani iracheni feriti nell'attacco
di Al Qaeda alla cattedrale siro-cattolica di Baghdad, costato la vita a 68 persone.
I feriti atterreranno con un C-130 dell'Aeronautica militare a Pratica di mare e poi
saranno trasferiti all'ospedale Gemelli di Roma, dove riceveranno tutte le cure necessarie.
Lo ha reso noto il Ministero degli Esteri italiano, spiegando che il ministro, Franco
Frattini, ha accolto un appello del segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio
Bertone. Oggi tra l'altro la Regione Toscana ha dato la disponibilità ad accogliere
i feriti gravi che non possono essere curati e ad avviare relazioni e scambi tra ospedali
toscani ed ospedali di Baghdad. La partenza del gruppo dalla capitale irachena è coincisa
con una messa in suffragio per le 19 vittime della strage di Nassiriya che si è tenuta
proprio nella cattedrale siro-cattolica. Alla funzione, svoltasi nel settimo anniversario
dell'attentato, ha assistito l'ambasciatore italiano in Iraq, Gerardo Carante. Intanto
per la comunità cristiana nel Paese del Golfo la situazione rimane drammatica. L’arcivescovo
caldeo di Mosul, mons. Emil Shimoun Nona, ha ribadito all'agenzia Sir che “i cristiani
hanno paura perché sanno bene cosa significa essere oggetto di violenza, in quanto
l’hanno vissuto duramente sulla loro pelle nei mesi trascorsi”. Secondo il presule
“la maggior parte dei cristiani non pensa, almeno per adesso, di lasciare la città
anche se qualcuno lo ha già fatto”. Tuttavia, prosegue mons. Nona, “non basta il rafforzamento
della sicurezza intorno alle chiese e ai luoghi di culto cristiani a Mosul, deciso
dopo la strage nella chiesa a Baghdad, per tranquillizzare i fedeli”. A tale riguardo,
aggiunge il vescovo di Mosul, “siamo felici che la Cei abbia promosso per il 21 novembre
una giornata di preghiera per i cristiani iracheni perseguitati e per i loro persecutori.
Speriamo che l’iniziativa possa essere ripresa anche in altri Paesi”. Il presule saluta
infine con soddisfazione la formazione del nuovo governo dopo otto mesi di empasse
istituzionale: “La presenza di un governo forte e autorevole dovrebbe avere riflessi
positivi anche sulla condizione dei cristiani. Finora i gruppi estremisti hanno fatto
ciò che volevano, adesso speriamo che la situazione possa migliorare sotto il profilo
della sicurezza e della stabilità”. (M.G.)