Alluvioni in Veneto e Campania: intervista con il vescovo di Padova
Emergenza maltempo nel Sud d’Italia: a causa dei fiumi in piena nel Salernitano, in
14 comuni è stata interrotta la fornitura di acqua. Per le riparazioni della rete
occorreranno tra i 5 e i 6 milioni di Euro. Allagamenti, frane ed esondazioni anche
in molti comuni dell'Avellinese, dove decine di famiglie sono sfollate. Stamani intanto,
il presidente Giorgio Napolitano è giunto a Padova per incontrare i sindaci dei comuni
veneti colpiti dalle alluvioni dei giorni scorsi. Ieri, il governo aveva annunciato
lo stanziamento di 300 milioni di Euro per la zona e la sospensione delle rate dei
mutui per la popolazione colpita. Sulla situazione ascoltiamo il vescovo di Padova,
mons. Antonio Mattiazzo, al microfono di Fabio Colagrande:
R. –L’alluvione ha colpito delle zone abbastanza ampie, provocando quindi notevoli
sofferenze e disagi, soprattutto per gli sfollati, cioè coloro la cui abitazione è
stata invasa dall’acqua, e così anche le aziende. Gli sfollati sono stati accolti
in alcune strutture pubbliche, come palestre, centri per anziani, oppure, come nel
caso del paese di San Salvaro, in un ex monastero, che è stato restaurato, dove ci
sono una quarantina di posti letto. Le famiglie sono state accolte, quindi, in queste
strutture e poi aiutate il più possibile.
D. – Lei ha potuto incontrare
alcuni degli alluvionati…
R. – Io sono andato e ho visitato per due
giorni le zone più colpite. Ho incontrato i sindaci e ho visto anche tutto il lavoro
encomiabile fatto dai vigili del fuoco, dalla protezione civile, molto presente, dalla
Croce Rossa e da molti volontari. Anche le parrocchie, quindi, si sono messe in moto
con le loro strutture. Per esempio, Casalserugo ha messo a disposizione il centro
parrocchiale, che è diventato base delle operazioni dei vigili del fuoco, provvedendo
anche ai pasti di queste persone.
D. – Quindi, ci sono stati episodi
di grande solidarietà…
R. – Io lo metterei molto in rilievo, perché
non mi è parso che i media lo abbiano detto sempre. Io sono rimasto davvero ammirato
dalle persone che si sono prodigate giorno e notte: tanti non hanno neanche dormito.
C’è stato davvero uno slancio di solidarietà straordinario. Le nostre parrocchie naturalmente
sono state in prima linea, anche con tanti giovani volontari, provvedendo ai pasti
e ad altri tipi di aiuto.
D. – Lei ha visto, però, anche da vicino storie
di disperazione…
R. – Io ho visto persone sofferenti, specialmente anziani,
ma non userei la parola “disperazione”, per l’accoglienza data e l’aiuto offerto a
queste persone. Preoccupazione sì, da parte di quelli che hanno dovuto lasciare la
casa e da parte delle aziende o di chi possedeva animali e così via. Naturalmente,
la missione della Chiesa e anche mia, mostrandosi vicina, è sempre stata quella di
incoraggiarli.
D. – Le posso chiedere, però, proprio di darci un’immagine
delle situazioni più difficili, che ha potuto verificare come pastore di questa diocesi?
R.
– Per quanto riguarda le persone: gli anziani devono passare anche giorni e notti
sulla branda, perché non hanno più il loro letto e i loro servizi. Nonostante ci siano
i servizi essenziali, il disagio che si crea è enorme. Lei può comprendere che cosa
significhi abbandonare la propria casa, dove siamo abituati ad avere tutte le comodità.
L’altro aspetto che mi ha molto impressionato, nei luoghi che hanno avuto una forte
alluvione, è vedere come il territorio sia stato sconvolto dalle acque. Le chiese
fortunatamente non sono state toccate, eccetto qualcuna. Una, in particolare, sta
proprio vicino al fiume, dove si è rotto l’argine. Vedere quello che ha lasciato l’alluvione
dà un’impressione di desolazione. Bisognerà, poi, fare i conti con i danni che sono
stati provocati da questa alluvione inaspettata.
D. – Uno sconvolgimento
del territorio, che richiede ora anche, però, una riflessione sulla protezione del
territorio e di chi lo abita...
R. – Certamente! Non so esattamente
cosa sia avvenuto più a nord, a Vicenza e Verona, perché lì si sono combinati vari
fattori: una nevicata, la neve sciolta dallo scirocco e l’aggiunta poi delle forti
piogge. Almeno qui nel territorio padovano i fiumi non sono tracimati e trasbordati,
ma hanno rotto gli argini, prima ancora di debordare. E quindi questo mostra la fragilità
degli argini.
D. – Gli imprenditori locali minacciano ora di non pagare
le tasse...
R. – Perché evidentemente molte aziende sono state messe
in ginocchio e se non si riprendono subito ci sarà anche il problema del lavoro di
tanti dipendenti. Spero si possa provvedere. Noi, in tutte le chiese, abbiamo fatto
una raccolta di aiuti per queste situazioni. Vedremo un po’ come poterli distribuire,
anche attraverso la Caritas.
D. – Lei ci ha descritto, però, una Chiesa
molto presente sul territorio...
R. – Mi pare di sì. Le parrocchie sono
state molto attive e in prima linea, e hanno dato anche loro un grande aiuto. (ap)