Il cardinale Bagnasco ad Assisi: i vescovi italiani al servizio del Paese
Il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), cardinale Angelo Bagnasco,
celebrando questa mattina la Messa presso la tomba di San Francesco ad Assisi, dove
è in corso la 62.ma assemblea generale dei vescovi italiani, ha voluto esprimere una
particolare intenzione di preghiera per l’Italia “che amiamo e serviamo lealmente”.
“Qualunque parola o gesto nascono sempre e solo dal nostro essere Pastori – ha proseguito
il porporato, parlando a nome dei vescovi – con l’intento, anzi con il cogente dovere,
di servire nella fedeltà a Gesù e all’uomo nella sua verità piena. Portiamo su questo
altare le nostre comunità, conoscendone gioie e speranze, ansie e dolori – ha detto
– siamo grati alla nostra gente per quanto ci dona di affetto e di stima, di attenzione
e vicinanza: sanno che la Chiesa è mandata dal Signore accanto a tutti per condividere
le vicende quotidiane e il loro mondo interiore”. Nel corso dell’omelia, riferisce
l’agenzia Sir, il presidente della Cei ha ribadito la “cordiale e grata comunione”
dei vescovi italiani a Benedetto XVI, nella convinzione che “quanto più crescono questi
vincoli di fede e di amore, tanto più il nostro servizio al Popolo di Dio sarà utile
per le anime e la società intera”. I presuli, poi, ha ricordato il cardinale, si sono
fatti pellegrini in questo luogo caro alla cristianità. “Pellegrini anche per noi,
lo confessiamo: per esprimere e far crescere, immersi nella sorgente eucaristica,
la nostra grata e cordiale comunione con il successore di Pietro, perché tanto più
crescono questi vincoli di fede e di amore, tanto più il nostro servizio al Popolo
di Dio sarà utile e fecondo per le anime e la società intera”. È così, quindi, che
i vescovi vogliono tornare nelle loro diocesi, “rinnovati dalla grazia della misericordia
e dell’amore che ormai sono accesi per sempre sul cielo del mondo”. Sulla tomba del
Poverello di Assisi, “meta di fede e di preghiera per il nostro popolo, punto che
affascina giovani e adulti, terra che rigenera fiducia e propositi”, il porporato
ha infine voluto ricordare la figura di San Francesco, che “attirava a Dio perché
nella sua carne e nella sua vita appariva la grazia della salvezza”, un frate che
divenne “spettacolo agli uomini e al mondo, scheggia infuocata dell’amore crocifisso,
anticipo di un’umanità nuova perché redenta non certo da una giustizia o da idee proprie,
ma dal sangue di Dio”. (A cura di Roberta Barbi)