2010-11-06 14:27:13

La visita del Papa alla Sagrada Familia, capolovoro di Gaudí


La Sagrada Familia, capolavoro del grande architetto catalano Antoni Gaudí, è tuttora incompiuta. I lavori, iniziati nel 1882, proseguono grazie ad offerte private e dovrebbero concludersi nel 2026, quando saranno erette le 18 torri previste. L’opera, frutto di un attento studio di arte, storia sacra e liturgia, riflette il percorso spirituale di Gaudí. Lo spiega al microfono di Paolo Ondarza il vice-postulatore per la Causa di Beatificazione dell’architetto catalano e parroco della Sagrada Familia, padre Lluis Bonet:RealAudioMP3

R. – L’idea di Gaudí era quella di realizzare la presenza della Chiesa e del Vangelo al centro della città. I campanili rappresentano la Chiesa, Gesù al centro degli Evangelisti, della Vergine e dei dodici Apostoli.

D. – Che cosa dire, da un punto di vista artistico, del tempio della Sagrada Familia? Infatti, si presenta con forme che lontanamente possono ricordare quelle delle antiche cattedrali europee, ma poi il linguaggio è contemporaneo … Gaudí è un esponente del modernismo spagnolo, catalano …

R. – La sintesi di questo tempio sta nel fatto che Gaudí ha compiuto uno studio approfondito delle strutture geometriche della natura. Ci sono i vegetali, gli alberi, il corpo umano, le montagne, il mare, e tutti hanno forme che tornano ad essere rotonde, circolari: questa è l’originalità di Gaudí. Egli compie una riforma del gotico: è un gotico trasformato in natura; è un gotico luminoso, perché all’interno le volte sono aperte verso l’esterno; è come un cielo stellato! La simbologia cristiana, per esempio, dice che l’iperboloide, il parabolico è un’immagine della Santissima Trinità …

D. – La Sagrada Familia è un capolavoro dell’architettura del secolo passato, dell’arte sacra contemporanea. E’ un unico nel suo genere, perché difficilmente si riesce a combinare in maniera così sapiente l’arte – in elevate forme espressive – e la liturgia…

R. – E’ vero! All’interno, per esempio, tutte le colonne rispondono ad una simbologia. Rappresentano le diocesi di tutto il mondo: catalane, spagnole, europee, dell’America, dell’Africa, dell’Asia … Le colonne centrali rappresentano le festività principali: Natale, la Domenica delle Palme, la Domenica di Resurrezione e la Domenica di Pentecoste. Dalla parte dell’altare, sono rappresentati l’Avvento e la Quaresima. Dalla parte del transetto, è raffigurato il Tempo pasquale e dalla parte delle navate, il Tempo ordinario.

D. – Padre Bonet, la Sagrada Familia è un tempio incompleto, anche se incominciamo già a vedere l’orizzonte: sembra che i lavori possano concludersi tra meno di 20 anni. Sarà possibile, questo?

R. – E’ possibile? Io non lo so. Ora che viene il Sommo Pontefice, l’interno non è finito: sarà comunque bellissimo ma, per esempio, non ci saranno tutte le vetrate … Io dico sempre: la persona umana è in costruzione, la società è in costruzione, la Chiesa è in costruzione … tutto è in costruzione! Il Papa viene qui e dice: tutti devono contribuire a costruire la persona umana e la Chiesa! Tutti devono costruire! Questa è una visione dinamica della vita …

D. – Lei è parroco della Sagrada Familia: con quali emozioni vive questa visita di Benedetto XVI?

R. – Il Papa viene in questa chiesa che è un’immagine della Chiesa universale. Le pietre sono morte, ma se viene il Papa, che è il successore di Pietro, allora sarà una chiesa viva, perché da lui avremo il battesimo della pietra.

D. – Tra l’altro, lei – padre Bonet – è il postulatore della Causa di Beatificazione di Antoni Gaudí, non solo uomo d’arte, ma anche uomo di fede …

R. – Da bambino, Gaudí ricevette dalla sua mamma una fede che vedeva la natura come opera di Dio. Al momento di concepire la Sagrada Familia, ha prodotto un trattato di architettura religiosa, e per fare un lavoro ben fatto ha compiuto studi sulla liturgia, sulla Bibbia, su tutto questo con una disposizione spirituale. Alla fine della sua vita era povero: la fede, la preghiera, i sacramenti … Egli diceva: sì, sono malato e desidero andare all’ospizio. Alla sua morte, è misconosciuto come un povero … (gf)







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