Grande partecipazione a Betlemme alla Messa per le vittime della strage nella Cattedrale
di Baghdad
Grande partecipazione ieri a Betlemme alla Messa celebrata per le vittime della strage
compiuta il 31 ottobre scorso nella Cattedrale siro-cattolica di Baghdad: oltre 50
i morti tra cui donne, bambini e due sacerdoti. A celebrare il rito, mons. Grégoire
Pierre Melki, esarca del Patriarcato di Antiochia dei Siri. Marie Duhamel
lo ha intervistato:
R. - Abbiamo
pregato per loro ed abbiamo pregato anche per la Chiesa in Iraq e per la presenza
cristiana in Iraq. Tutti noi sappiamo che quello che accade in Iraq è dovuto unicamente
a questioni politiche ma, purtroppo, queste questioni politiche hanno ripercussioni
sulla vita e sulla presenza dei cristiani non solo a Baghdad o in Iraq, ma anche in
tutto il Medio Oriente. Abbiamo anche voluto dire al mondo intero che la famiglia
umana rappresentata qui in Terra Santa è composta da diverse religioni - cristiana,
musulmana, ebraica - e che questa nostra famiglia umana deve sentirsi sì unita nel
dolore, ma anche nella ricerca della pace.
D. - E ieri, infatti, a
questa Messa ha partecipato veramente tantissima gente: cattolici, cristiani di altre
confessioni, musulmani e, tra gli altri, era presente anche il presidente dell’Autorità
palestinese. Lei cosa ha provato, quali sentimenti ha avuto nel vedere tutta questa
gente?
R. - E’ stato un qualcosa che mi ha veramente molto colpito interiormente…
Ho avuto difficoltà a trattenere le lacrime, soprattutto quando ho visto tutta questa
gente, questa assemblea così numerosa … Ho detto allora: sì, noi come Chiesa siro-cattolica
siamo una piccola Chiesa, ma non siamo soli! La prova di questo è quello che io sto
vedendo. Alla fine della Messa, ho ringraziato profondamente tutti coloro che hanno
partecipato: erano presenti i miei fratelli vescovi - otto vescovi cattolici e due
ortodossi, insieme a diversi sacerdoti ortodossi - ed era presente anche il nunzio
apostolico, che rappresenta il Santo Padre qui a Gerusalemme. Ho sentito il bisogno
di ringraziare il Signore per questo amore fraterno e per far sentire a tutti quanti
il desiderio di andare sempre avanti, seguendo la strada dell’unità fra cristiani.
(mg)