Vocazioni in calo, ma la vita religiosa non morirà mai, perché l'ha voluta Gesù: così
il Papa ai vescovi brasiliani
La vita consacrata “non potrà mai morire” nella Chiesa, perché è stato Cristo stesso
a scegliere per sé questo modo di essere nel mondo: povero, casto e obbediente. Lo
ha affermato Benedetto XVI nell’udienza concessa questa mattina al gruppo di presuli
brasiliani della regione “Sud II”, ricevuti in visita ad Limina. Il servizio
di Alessandro De Carolis:
Quella del
Papa è una rassicurazione che suona incontrovertibile: il calo delle vocazioni, l’invecchiamento
degli Istituti non sono il segno di un declino che porterà prima o dopo all’estinzione
della vita religiosa nella Chiesa. Semplicemente, essa non potrà scomparire perché
“ha origine con il Signore stesso che ha scelto per sé questo modo di vivere casto,
povero e obbediente:
“A vida consagrada nunca poderá… La
vita consacrata non potrà mai morire né mancare nella Chiesa: è stata voluta da Gesù
stesso come parte inamovibile della sua Chiesa. Di qui l'appello a un generale impegno
nella pastorale vocazionale: se la vita consacrata è un bene di tutta la Chiesa, che
riguarda tutti, una pastorale volta a promuovere le vocazioni alla vita consacrata
deve essere un impegno sentito da tutti i vescovi, i sacerdoti , religiosi e laici”.
Se
dunque non è a rischio l’esistenza degli Istituti religiosi, bisogna però riflettere
su come la proposta di seguire Cristo lungo la via dei consigli evangelici debba essere
curata al giorno d’oggi. Benedetto XVI si è soffermato sul “delicato rapporto” che
intercorre, ha detto, “tra le necessità pastorali della Chiesa particolare e la specificità
carismatica di una comunità religiosa”. E citando un passaggio di un documento specifico
del 1994, intitolato “La vita fraterna in comunità”, ha ribadito:
“Como
a comunidade religiosa não… Come la comunità religiosa non può agire
indipendentemente o in alternativa o meno ancora contro le direttive e la pastorale
della Chiesa particolare, così la Chiesa particolare non può disporre a suo piacimento,
secondo le sue necessità, della comunità religiosa o di alcuni suoi membri”.
Chiarito
l’equilibrio che deve regolare il rapporto tra Chiesa locale e un Istituto religioso
– e riaffermato che ogni comunità di consacrati, di antica o recente tradizione, “arricchisce
la Chiesa di cui è parte viva” – il Pontefice ha preso in considerazione il nodo del
rinnovamento interno che investe ogni Congregazione. Rinnovamento, ha asserito, che
“dipende principalmente dalla formazione dei membri”:
“A capacidade
formativa de um Istituto… La capacità formativa di un Istituto, sia
nella sua fase iniziale che in quelle successive, è fondamentale per l’intero processo
di rinnovamento. Se, infatti, la vita consacrata è in se stessa una
progressiva assimilazione dei sentimenti di Cristo, sembra evidente che tale cammino
non potrà che durare tutta l'esistenza, per coinvolgere tutta la persona”.
Benedetto
XVI ha concluso invitando i presuli brasiliani a portare alle comunità di consacrati
delle loro diocesi “la profonda gratitudine del Papa, che tutte e tutti ricorda nelle
sue preghiere”.