2010-11-05 12:43:31

Vocazioni in calo, ma la vita religiosa non morirà mai, perché l'ha voluta Gesù: così il Papa ai vescovi brasiliani


La vita consacrata “non potrà mai morire” nella Chiesa, perché è stato Cristo stesso a scegliere per sé questo modo di essere nel mondo: povero, casto e obbediente. Lo ha affermato Benedetto XVI nell’udienza concessa questa mattina al gruppo di presuli brasiliani della regione “Sud II”, ricevuti in visita ad Limina. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Quella del Papa è una rassicurazione che suona incontrovertibile: il calo delle vocazioni, l’invecchiamento degli Istituti non sono il segno di un declino che porterà prima o dopo all’estinzione della vita religiosa nella Chiesa. Semplicemente, essa non potrà scomparire perché “ha origine con il Signore stesso che ha scelto per sé questo modo di vivere casto, povero e obbediente:

“A vida consagrada nunca poderá…
La vita consacrata non potrà mai morire né mancare nella Chiesa: è stata voluta da Gesù stesso come parte inamovibile della sua Chiesa. Di qui l'appello a un generale impegno nella pastorale vocazionale: se la vita consacrata è un bene di tutta la Chiesa, che riguarda tutti, una pastorale volta a promuovere le vocazioni alla vita consacrata deve essere un impegno sentito da tutti i vescovi, i sacerdoti , religiosi e laici”.

Se dunque non è a rischio l’esistenza degli Istituti religiosi, bisogna però riflettere su come la proposta di seguire Cristo lungo la via dei consigli evangelici debba essere curata al giorno d’oggi. Benedetto XVI si è soffermato sul “delicato rapporto” che intercorre, ha detto, “tra le necessità pastorali della Chiesa particolare e la specificità carismatica di una comunità religiosa”. E citando un passaggio di un documento specifico del 1994, intitolato “La vita fraterna in comunità”, ha ribadito:

“Como a comunidade religiosa não…
Come la comunità religiosa non può agire indipendentemente o in alternativa o meno ancora contro le direttive e la pastorale della Chiesa particolare, così la Chiesa particolare non può disporre a suo piacimento, secondo le sue necessità, della comunità religiosa o di alcuni suoi membri”.

Chiarito l’equilibrio che deve regolare il rapporto tra Chiesa locale e un Istituto religioso – e riaffermato che ogni comunità di consacrati, di antica o recente tradizione, “arricchisce la Chiesa di cui è parte viva” – il Pontefice ha preso in considerazione il nodo del rinnovamento interno che investe ogni Congregazione. Rinnovamento, ha asserito, che “dipende principalmente dalla formazione dei membri”:

“A capacidade formativa de um Istituto…
La capacità formativa di un Istituto, sia nella sua fase iniziale che in quelle successive, è fondamentale per l’intero processo di rinnovamento. Se, infatti, la vita consacrata è in se stessa una progressiva assimilazione dei sentimenti di Cristo, sembra evidente che tale cammino non potrà che durare tutta l'esistenza, per coinvolgere tutta la persona”.

Benedetto XVI ha concluso invitando i presuli brasiliani a portare alle comunità di consacrati delle loro diocesi “la profonda gratitudine del Papa, che tutte e tutti ricorda nelle sue preghiere”.







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