Incontro cristiano-islamico a Ginevra: la religione non è causa di conflitti
“La religione è spesso invocata in caso di conflitto, anche quando altri fattori,
come la iniqua distribuzione delle risorse, l'oppressione, l'occupazione e l'ingiustizia,
sono le vere radici del conflitto. Dobbiamo trovare il modo di togliere la religione
da simili ruoli e rilanciarla invece per la risoluzione dei conflitti e per la giustizia
compassionevole”. E’ uno dei passaggi più forti del lungo comunicato finale che è
stato presentato ieri alla stampa a Ginevra, al termine della consultazione internazionale
cristiano-islamica promossa dal Consiglio Ecumenico delle Chiese alla quale hanno
partecipato 64 cristiani e musulmani, quest’ultimi legati alla “World Islamic Call
Society” (Wics), al “Royal Aal al Bayt Institute” e al consorzio “A Common Word”.
Tra le decisioni operative emerse in questi giorni di discussione, musulmani e cristiani
suggeriscono “la formazione di un gruppo di lavoro congiunto che può essere mobilitato
nel caso in cui sorge una crisi di conflitto nella quale sono coinvolti cristiani
e musulmani”. Il comunicato elenca, nella parte finale, una serie di raccomandazioni,
presentate da un preambolo. “La base delle nostre fedi, espressa nella chiamata a
conoscerci reciprocamente e nei due comandamenti dell’amore a Dio e al prossimo, dà
un fondamento solido alla nostra comune responsabilità ad agire ed affrontare insieme
i problemi”. (R.P.)