Indonesia: i vescovi chiedono più impegno per l'emergenza umanitaria
«Occorre più impegno per affrontare l'emergenza in Indonesia, dopo lo tsunami»: è
l'appello che giunge tramite la Conferenza episcopale alla comunità internazionale.
Il sisma sottomarino che ha devastato nei giorni scorsi le isole Mentawi ha portato
morte e distruzione tra i poveri villaggi della zona. La comunità cattolica si adopera
al massimo per garantire aiuti celeri alla popolazione, ma servono ulteriori sforzi.
«Per quanto riguarda l'emergenza — spiega a “L'Osservatore Romano” il presidente della
Conferenza episcopale dell'Indonesia, il vescovo di Padang, Martinus Dogma Situmorang
— c'è bisogno di maggiore aiuto, per non parlare della riabilitazione delle persone
e della ricostruzione». Secondo i dati dell'episcopato si contano a oggi 393 morti
per lo tsunami. A questi si aggiungono 332 dispersi e 23.300 profughi. «Molti villaggi
— sottolinea mons. Situmorang — e molte aree sono andati distrutti dopo lo tsunami.
Nella diocesi di Padang ferve il lavoro di assistenza: un carico di aiuti è già partito,
cui se ne è aggiunto subito un altro, trasportati mediante una nave, diretta a Sipora
e Sikakap». Diversi volontari sono presenti in Indonesia, tra cui quelli della Caritas
locale (Karina) e della Comunità di Sant'Egidio, che operano in stretto coordinamento
con gli uffici diocesani. Nelle isole Mentawi c'è una consistente presenza di cattolici.
«Proprio nelle Mentawi meridionali — ha specificato in un altro intervento il presidente
della Conferenza episcopale — si trovano i villaggi cattolici. Circa 8.000 persone
hanno subito gravi perdite». La Caritas locale, come accennato, è in prima linea nell'emergenza.
Le operazioni di soccorso sono rese ancora più difficili dalle condizioni dell'area
e dalla distanza. L'arcipelago delle Mentawi, prospiciente l'isola di Sumatra, infatti,
è raggiungibile dopo circa tredici ore di traghetto dalla città di Padang. In alcune
zone, si osserva, operano soltanto volontari della Caritas e nessun'altra ong è presente.
«Un gruppo di volontari — evidenzia il direttore della Caritas diocesana di Padang,
padre Agustinus Mujihartono — è andato nella zona di Muntei, rilevando che nelle aree
colpite dallo tsunami non vi è nessuna Ong e soltanto la Caritas è intervenuta». Alcuni
volontari, inoltre, hanno formato un'équipe per la distribuzione dei generi di prima
necessità nell'isola di Sikakap. Peraltro, la già difficile situazione della popolazione
per lo tsunami si è ulteriormente aggravata a seguito di una serie di alluvioni.
I volontari si muovono a bordo di imbarcazioni per distribuire alimenti e attrezzature.
«Una nave — spiega padre Mujihartono — è stata inviata nell'isola di Sikakap con a
bordo ottanta tonnellate di beni di prima necessità. La spedizione umanitaria è partita
dalla città di Padang con trentadue volontari, ma altri si aggiungeranno nei prossimi
giorni». (R.P.)