Benedetto XVI su San Carlo Borromeo: ha riformato la Chiesa iniziando dalla propria
vita
San Carlo Borromeo, di cui oggi la Chiesa ricorda la memoria liturgica, “visse in
maniera eroica le virtù evangeliche della povertà, dell’umiltà e della castità, in
un continuo cammino di purificazione ascetica e di perfezione cristiana”. Diede un
esempio splendido “di che cosa significhi operare per la riforma della Chiesa”. E’
quanto scrive Benedetto XVI nel Messaggio indirizzato all’arcivescovo di Milano, cardinale
Dionigi Tettamanzi, nel quarto centenario della canonizzazione di San Carlo Borromeo.
Il servizio di Amedeo Lomonaco:
L’epoca in
cui visse San Carlo Borromeo, nato nel 1538 e canonizzato nel 1610, è stata molto
delicata per la cristianità. Molti erano i “disordini da sanzionare”, “gli errori
da correggere” e “le strutture da rinnovare”. San Carlo – scrive il Papa - si adoperò
tuttavia “per una profonda riforma della Chiesa, iniziando dalla propria vita”. “In
tempi oscurati da numerose prove per la Comunità cristiana, con divisioni e confusioni
dottrinali, con l’annebbiamento della fede e dei costumi e con il cattivo esempio
di vari sacri ministri – aggiunge il Santo Padre – Carlo Borromeo non si limitò a
deplorare o a condannare, né semplicemente ad auspicare l’altrui cambiamento, ma iniziò
a riformare la propria vita che, abbandonate le ricchezze e le comodità, divenne ricolma
di preghiera, di penitenza e di amorevole dedizione al suo popolo”. La sua opera traeva
forza e fecondità dall’impegno personale di penitenza e di santità.
In
ogni tempo – spiega poi il Papa – l’esigenza primaria nella Chiesa è “che ogni suo
membro si converta a Dio”: “Anche ai nostri giorni non mancano alla Comunità ecclesiale
prove e sofferenze, ed essa si mostra bisognosa di purificazione e di riforma”. "L'esempio
di San Carlo - scrive il Pontefice - ci sproni a partire sempre da un serio impegno
di conversione personale e comunitaria, a trasformare i cuori, credendo con ferma
certezza nella potenza della preghiera e della penitenza". Ricordando poi che l’Eucaristia
e il Crocifisso hanno immerso San Carlo nella carità di Cristo, Benedetto XVI sottolinea
che “non c’è missione nella Chiesa che non sgorghi dal rimanere nell’amore del Signore
Gesù, reso presente nel Sacrificio eucaristico”. La figura di San Carlo, che a soli
24 anni prese la decisione di rispondere alla chiamata del Signore, è eloquente anche
per i giovani. San Carlo comprese che “la conversione della sua vita poteva vincere
ogni abitudine avversa”. Seguendo il suo esempio – conclude il Papa – i giovani possono
decidere di fare della propria giovinezza “un’offerta a Cristo e ai fratelli”, scommettendo
"su Dio e sul Vangelo”.