Vescovo caldeo di Amadiya: la situazione dei cristiani nel Kurdistan migliore che
nel resto dell'Iraq
Il Kurdistan sembra un’isola “felice” per i cristiani rispetto al resto dell’Iraq:
nonostante siano una minoranza, c’è tolleranza e convivenza con le altre confessioni
religiose. Ad affermarlo in un’intervista pubblicata dall’agenzia Zenit, è mons. Rabban
Al-Qas, vescovo caldeo di Amadiya, nel Kurdistan iracheno. Il vescovo ha da poco concluso
la sua visita a Roma per partecipare al Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente ed
ha potuto incontrare anche il Santo Padre chiedendo preghiere per il popolo cristiano
iracheno. I cristiani nella regione sono circa 180mila. “Sono una minoranza, ma la
libertà religiosa è garantita. Non ci sono problemi con il governo e la loro condizione
è buona”, dice il presule. “La situazione è molto diversa da quella di Baghdad e delle
altre zone meridionali del Paese”. A proposito del rischio di fuga dei cristiani dal
Kurdistan come avviene nel resto dell’Iraq, mons. Al-Qas ha affermato che la maggioranza
dei cristiani fuggiti 40 anni fa è tornata nella regione dopo il 2003, anche se di
questi 37mila sono poi espatriati. (L.Z.)