Terra Santa: a Gerusalemme incontro sul Sinodo per il Medio Oriente
Il grande passo del Sinodo è stato che i Padri del Medio Oriente hanno potuto vivere
insieme per 15 giorni, stabilire rapporti cordiali e rafforzare l’amicizia: è quanto
ha sottolineato padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, che lunedì
scorso ha convocato a Gerusalemme religiosi e religiose per condividere con loro l’esperienza
del Sinodo per il Medio Oriente svoltosi a Roma dal 10 al 24 ottobre. Durante l’incontro,
riferisce il sito www.lpj.org, le giornate di Roma sono state definite un "avvenimento
storico senza precedenti", che ha riguardato la geografia biblica per una popolazione
complessiva di 356 milioni di abitanti, di cui solo 5 cristiani. Padre Pizzaballa
ha sottolineato poi che il Sinodo è stato caratterizzato da una “libertà totale” di
espressione: sono state denunciate le polemiche sollevate dalla stampa, è stato spiegato
che esse non hanno alcun fondamento e si è insistito sulla dimensione pastorale dell’assise.
E’ emerso che il 50% dei cristiani del Medio Oriente si trovano nella penisola arabica
– risultato dell’immigrazione araba ma soprattutto indiana e filippina – e che le
Chiese orientali hanno i propri vescovi della seconda o terza generazione negli Stati
Uniti. Padre Frédéric Manns, francescano, insegnante e biblista, che ha preso parte
al Sinodo, ha evidenziato i momenti più importanti delle giornate romane ed ha parlato
della vocazione ad essere cristiani in un contesto a maggioranza musulmana o ebraica
e della necessità di una nuova evangelizzazione, che sia fondata sull’annuncio del
kerigma attraverso testimoni autentici e sorretta dalla Vergine Maria, “figlia di
Sion, stella dell’Oriente, esempio di coraggio ai piedi della Croce sulla quale è
morto suo figlio, in un Paese in cui tante madri perdono i loro figli, Lei che è la
speranza di ogni uomo che soffre”. (T.C.)