Presentata l'Assemblea del Pontificio Consiglio della Cultura. Mons. Ravasi: la Chiesa
si apra a nuove categorie linguistiche
L’Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura, in programma dal 10 al
13 novembre prossimi, approfondirà la relazione tra le diverse forme di comunicazione
e la missione evangelizzatrice della Chiesa. L’assise, incentrata sul tema “Cultura
della comunicazione e nuovi linguaggi”, è stata presentata stamani nella Sala stampa
della Santa Sede. Alla conferenza stampa hanno partecipato, tra gli altri, mons. Gianfranco
Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, e mons. Gerhard Ludwig
Müller, vescovo di Regensburg e curatore dell’Opera omnia di Joseph Ratzinger. C’era
per noi Amedeo Lomonaco:
“Non si accende
una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce”.
Seguendo questo insegnamento di San Matteo anche nell’ambito della comunicazione,
la Chiesa ha il compito di trasmettere, lungo il solco dell’interattività e della
semplicità, il messaggio di Cristo ai contemporanei. Per far risplendere la luce della
verità davanti agli uomini – ha sottolineato mons. Gianfranco Ravasi
- lo sguardo della Chiesa deve aprirsi anche a nuove forme di linguaggio:
“Il
nostro linguaggio è tante volte un linguaggio che si disperde e si dissolve perché
è molto autoreferenziale. Noi abbiamo proprio delle categorie linguistiche codificate,
che non sono però più percepibili all’esterno. Bisogna, quindi, anche studiare un
po’ questo fenomeno particolare della degenerazione dei linguaggi e della incomprensibilità
dei due linguaggi”.
Al linguaggio della Chiesa, a volte si sovrappone
quello comune generando confusione e incomprensione, come ha ricordato con questo
esempio il dott. Richard Rouse, responsabile del Dipartimento
“Comunicazione e linguaggi” del Pontificio Consiglio della Cultura:
“Salvezza,
conversione, giustificazione. Tre parole molto familiari ai teologi, ma per i laici,
invece, cosa significano queste parole? Salvare un documento word; convertire tra
diversi tipi di formato elettronico; giustificare sulla pagina a sinistra o a destra.
Spesso abbiamo un linguaggio, la lingua materna della Chiesa, però siamo capaci veramente
di comunicare ai ragazzi che sono lì fuori, in attesa della Buona Novella? Ecco, questa
è la motivazione della nostra plenaria”.
Il programma dell’assemblea
plenaria prevede anche la visita nelle catacombe, un’occasione per unire forme di
linguaggio diverse accomunate però da stessi valori. Mons. Pasquale Iacobone,
responsabile del Dipartimento “Arte e fede” del Pontificio Consiglio della Cultura:
“Vi
faccio notare che usciremo, con la nostra plenaria, per entrare nelle catacombe. Proprio
perché vogliamo collegare idealmente quell’inizio della comunità cristiana a Roma,
con quella prima efficacissima forma di comunicazione, che era l’arte delle catacombe,
con la comunicazione post-moderna di Internet e dei suoi mezzi. Questo per tracciare
un filo rosso comune che dice qual sia la valenza comunicativa del messaggio del Vangelo
e del messaggio della comunità cristiana”.
Mons. Gerhard Ludwig Müller,
vescovo di Regensburg e membro del Pontificio Consiglio della Cultura, ha infine presentato
il XII volume fresco di stampa dell’Opera omnia di Joseph Ratzinger e intitolato “Annunciatori
della Parola e Servitori della vostra Gioia”:
“Non si tratta soltanto
di liricità religiosa, quanto della riscoperta della sorgente spirituale alla quale
ogni sacerdote attinge quotidianamente per essere un buon operaio del Signore e un
servitore entusiasta della Buona Novella di Cristo”.