Il Consiglio ecumenico delle Chiese: l’attacco anticristiano in Iraq è un criminale
atto di terrore
''Il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) condanna fortemente il criminale atto
di terrore che si è verificato domenica nella chiesa Sayidat al-Najat a Bagdad''.
E' quanto ha dichiarato il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Cec,
esprimendo l'indignazione e la preoccupazione che il massacro di donne, uomini e bambini
in una chiesa siro-cattolica irachena ha suscitato tra i responsabili del raggruppamento
ecumenico che egli rappresenta. Il Cec è una comunione di 349 chiese protestanti,
ortodosse ed anglicane, che rappresenta 560 milioni di cristiani nel mondo. Tveit
ha espresso ''solidarietà a coloro che hanno perso i propri cari'', assicurando la
vicinanza nella preghiera di tutte le comunità appartenenti al Cec ''per il rapido
ristabilimento dei feriti''. Piu' in generale, Tveit ha tenuto a precisare come il
Cec sia ''profondamente turbato dalle continue sofferenze cui sono sottoposti i cristiani
in Iraq'', e come si senta per questo profondamente vicino a ''tutte le Chiese che,
attraversando tempi turbolenti e di prova, testimoniano dell'amore e della pace di
Dio in Gesu' Cristo anche in mezzo all'odio e all'aggressione''. Il segretario generale
del Cec ha quindi chiesto alle autorità irachene di portare davanti alla giustizia
tutti i responsabili dell'attacco e di impegnarsi per garantire la sicurezza di tutti
i cittadini, e in modo specifico di quelli che, come i cristiani, vivono in situazioni
di particolare vulnerabilità. Tveit ha rilasciato tali dichiarazioni prima di intervenire
a una consultazione cristiano-islamica in corso presso la sede del Cec a Ginevra (1-4
novembre) con il titolo ''Trasformare le comunità: cristiani e musulmani costruiscono
un futuro comune''.