2010-11-02 15:22:28

Allarme terrorismo: vasta operazione militare e di intelligence nello Yemen


Dopo il ritrovamento dei pacchi bomba su due aerei diretti negli Stati Uniti, nuovi sviluppi nelle indagini nello Yemen, Paese da cui provenivano gli ordigni. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Vasta operazione militare e di intelligence nello Yemen per trovare Ibrahim al-Asiri, l'attentatore saudita legato ad al Qaeda e considerato il sospetto-chiave nel fallito attentato dei pacchi bomba diretti agli Stati Uniti. Ma l’obiettivo è anche catturare l'imam radicale americano-yemenita, Anwar al-Awlaki, ricercato negli Usa per legami con al Qaeda. È considerato da Washington l'ideatore di un fallito attentato su un aereo Usa del dicembre del 2009, e proprio oggi il tribunale yemenita che ha dato il via al processo contro di lui in contumacia lo ha accusato per la prima volta di essere l'istigatore degli omicidi contro gli occidentali in nome di al Qaeda. Con molta probabilità è nascosto in territorio yemenita. Intanto, il ministro della Difesa yemenita fa sapere di arresti importanti: si tratta di quattordici sospetti terroristi di al Qaeda che si sono arresi alle autorità. Cinque di loro sarebbero capi locali della rete di al Qaeda. In definitiva, dalle autorità dello Yemen viene un segnale forte di impegno contro il terrorismo, ma ci si chiede quali siano le effettive forze: è un Paese che si fa trova a far fronte a una situazione di guerra continua nel nord e a un movimento sempre più secessionista al sud. Ed è, inoltre, sull’orlo di un disastro economico. Il Financial Times riporta opinioni di analisti, che chiedono all’Occidente di supportare le autorità nella lotta contro il terrorismo. Intanto, dopo l’annuncio della Germania di vietare ogni volo dallo Yemen, anche il Canada annuncia blocchi: non sospende voli perché non ce ne erano, ma sospende la spedizione di pacchi. Finora due sono stati i pacchi bomba ritrovati a Dubai e in Gran Bretagna, spediti in tutti e due i casi dallo Yemen.

Elezioni Mid-term in Usa: i sondaggi prevedono un’ondata repubblicana
L’ombra del terrorismo si è allungata sulle elezioni di medio termine, che oggi si svolgono negli Stati Uniti. Una prova per il presidente, Barack Obama, che gli analisti considerano un referendum sulla sua amministrazione, dopo le dure contestazioni per il piano anticrisi e per la riforma sanitaria. I sondaggi prevedono una vittoria schiacciante per i repubblicani. Da New York, ci riferisce Elena Molinari:RealAudioMP3

L’ondata repubblicana è certa, resta solo da vedere se sarà o no una marea. Il partito conservatore si aspetta una vittoria significativa alle elezioni politiche di metà mandato di oggi negli Stati Uniti, i cui risultati non si sapranno fino alla notte fonda italiana. Gli ultimi sondaggi indicano, infatti, che i repubblicani strapperanno ai democratici di Obama la maggioranza alla Camera, conquistando fino a 70 deputati, un numero mai visto dalla fine degli anni Trenta. È una misura dell’insoddisfazione degli americani per il cattivo stato dell’economia, che attribuiscono all’operato del presidente. Obama viene, infatti, giudicato negativamente dal 52 per cento degli americani. I repubblicani non prevedono, invece, di conquistare il Senato e questo porterà ad una condizione di scarsa governabilità a Washington per i prossimi due anni. La Casa Bianca, di qui al 2012, starà dunque sulla difensiva, anche se i repubblicani sanno di non avere abbastanza potere per fare abrogare come vorrebbero la riforma della sanità e quella della finanza di Obama. Sarà interessante vedere oggi anche quanti esponenti del movimento populista del Tea Party verranno eletti e se i referendum presenti in molti Stati premieranno i gruppi antiambientalisti e antitasse.

Dilma Roussef, neopresidente del Brasile, dichiara guerra alla povertà
“Sradicherò la povertà”. Parola di Dilma Roussef, vincitrice nelle presidenziali brasiliane. Economista, 62 anni, era quasi sconosciuta nel Paese prima di iniziare l'avventura elettorale. Grazie al supporto di Lula, di cui era capo di gabinetto, è riuscita a diventare subito la favorita nella corsa contro Josè Serra, l'ex governatore dello Stato di San Paolo. Francesca Ambrogetti:RealAudioMP3

Il giorno dopo le elezioni era già a lavoro, Dilma Rousseff, la prima donna eletta presidente in Brasile, nel ballottaggio di domenica. Ha iniziato a fianco di Lula il periodo di due mesi di transizione. Dal prossimo primo gennaio, dovrà affrontare da sola la responsabilità di governare il gigante sudamericano, ottava potenza economica al mondo. Il risultato era stato annunciato dai sondaggi. Gli elettori hanno votato la continuità del progetto di Lula da Silva, il carismatico presidente che nei suoi otto anni di governo ha trasformato il Brasile. Dilma Roussef eredita un Paese in crescita continua e sostenuta, ma con ancora tanti problemi strutturali da risolvere. La “dama di ferro”, come la chiamano molti in Brasile, è convinta di farcela. Ha annunciato che approfondirà l’impegno per l’inclusione sociale: “Nessuno di noi può stare tranquillo – ha detto con enfasi, nel primo discorso – finché ci saranno poveri nel nostro Paese”. Ha garantito la libertà di stampa e di religione, ha promesso che farà spazio alle donne e ha teso la mano all’opposizione. Avrà la maggioranza in parlamento e governerà con gli alleati della coalizione vincente. Tra le tante altre sfide, la preparazione dei mondiali e delle Olimpiadi.

Esplosione davanti all’Ambasciata svizzera ad Atene
In Grecia, in prima mattinata davanti alla sede dell’ambasciata svizzera si è verificata un’esplosione. Più tardi, gli artificieri hanno fatto esplodere un pacco-bomba indirizzato all'ambasciata russa ad Atene. Oggi, altri due pacchi simili sono stati intercettati: erano inviati ad altre ambasciate straniere. Ieri, erano stati ritrovati quattro plichi, diretti ad altre sedi diplomatiche della capitale. La polizia segue la pista anarco-insurrezionalista.

Accordo senza precedenti su difesa e nucleare tra Gran Bretagna e Francia
“La relazione tra Francia e Gran Bretagna è eccezionale”. Lo ha detto il presidente francese, Nicolas Sarkozy, a Londra dopo la firma dei trattati di cooperazione sulla difesa e sul nucleare. ''Oggi è una giornata storica - ha proseguito - questa è una decisione senza precedenti''. Il trattato prevede la condivisione delle portaerei e lo sviluppo di una procedura di deterrenza nucleare comune.

Operazioni di polizia in Serbia alla ricerca di Ratko Mladic
L'operazione di polizia e le perquisizioni di oggi a Belgrado e Arandjelovac alla ricerca di Ratko Mladic sembrano essersi concentrate su immobili e locali tutti appartenenti a una stessa persona, Goran Radivojevic, 40.enne un uomo d'affari dal passato controverso, già noto alla polizia. Secondo l'agenzia Tanjug, Radivojevic è il proprietario sia del ristorante Bajka di Belgrado, sia del complesso turistico di Arandjelovac, che porta anch'esso lo stesso nome Bajka, dove oggi le forze di polizia hanno effettuato controlli e perquisizioni. L'emittente tv B92 ha riferito che la casa privata di Belgrado, sottoposta anch'essa a perquisizioni, apparterrebbe allo stesso Radivojevic. L'uomo d'affari, che era presente all'operazione di polizia nel suo ristorante, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione ai media. Businessman belgradese controverso, Goran Radivojevic è noto per aver aiutato a traslocare nei mesi scorsi la moglie di Milorad Lukovic, principale responsabile dell'uccisione nel marzo 2003 del premier riformista, Zoran Djindjic, attualmente in carcere. La moglie di Lukovic doveva lasciare la sua casa in base alla nuova legge varata in Serbia, che consente il sequestro di beni ottenuti con attività criminali.

Tanzania, proteste per la lentezza nello scrutinio dopo il voto di domenica scorsa
Proteste in Tanzania per i ritardi nello scrutinio del voto delle presidenziali e legislative che si è tenuto domenica scorsa. Lo scrivono i quotidiani locali. A Dar es Salaam, capitale economica del Paese, la polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere alcuni sostenitori dell'opposizione che lamentavano i ritardi, soprattutto nei distretti dove prevedono che possano vincere i loro candidati. A Mwanza e in altre città della regione dei laghi, due automobili sono state date alle fiamme e altre dieci vetture sono state bersagliate da pietre. Anche qui, la polizia è intervenuta con gas lacrimogeni ingaggiando una vera e propria caccia all'uomo. Fonti locali attribuiscono i ritardi ad alcuni errori commessi nei seggi, ma la notizia è tutta da verificare. I primi risultati dovrebbero essere comunicati oggi. Secondo i pronostici, le elezioni di domenica scorsa dovrebbero consegnare al presidente uscente, Jakaya Kikwete, un altro mandato di cinque anni con una vittoria sul filo di lana rispetto al suo antagonista, Willibrod Slaa.

In Indonesia è ancora allerta per il vulcano Merapi
L'Indonesia è ancora alle prese con l’eruzione del vulcano Merapi e con il disastro dello tsunami che ha distrutto la costa delle isole Mentawai. L’aggiornamento della situazione, nel servizio di Maria Grazia Coggiola: RealAudioMP3

Secondo gli esperti, altre eruzioni di bassa intensità potrebbero continuare per alcune settimane e servirebbero per allentare la pressione della faglia sismica, che è la stessa del catastrofico tsunami del 2004. Un aumento dell’attività è stata osservata anche negli altri 21 vulcani attivi dell’Indonesia, che ora sono sotto osservazione. L’eruzione del Merapi ha finora causato 38 vittime e costretto circa 70 mila persone a lasciare le case, per rifugiarsi nei campi di accoglienza preparati dall’Esercito. Mente il Merapi continua a vomitare cenere e lapilli, a centinaia di chilometri di distanza continuano i soccorsi per le popolazioni colpite dalla doppia tragedia dello tsunami e del terremoto. Le vittime sono salite a 430, secondo l’Agenzia nazionale di gestione dei disastri, ma ci sono molte polemiche sulla mancanza di coordinazione nelle operazioni di soccorso, condotte da Esercito, Croce Rossa e organizzazioni non governative. La gigantesca onda causata da un sisma di magnitudo 7.7 ha distrutto completamente la costa delle isole Mentawai, che sono una delle zone più arretrate del Paese.

Tokyo richiama l’ambasciatore a Mosca dopo la visita di Medvedev alle Curili
Il ministro degli Esteri giapponese, Seiji Maehara, ha richiamato, sia pure “in temporanea”, l'ambasciatore nipponico a Mosca. La decisione è giunta all'indomani della contestata visita del presidente russo, Dmitri Medvedev, alle Curili del Sud, le quattro isole a nord di Hokkaido occupate dall'ex Urss nel 1945 e rivendicate da Tokyo con il nome di Territori del Nord. L'annuncio è stato dato dallo stesso Maehara in una conferenza stampa al Ministero degli esteri. “Ho deciso di richiamare temporaneamente l'ambasciatore inRussia, Masaharu Kono”, ha spiegato il ministro. Il richiamo dell'ambasciatore era un'opzione circolata già ieri sera a Tokyo - dopo che il premier Naoto Kan aveva detto che il governo valutava “contromisure” - ma ritenuta “improbabile” a seguito della forte natura dell'iniziativa destinata a far salire la tensione tra i due Paesi. Il 13 e 14 novembre prossimi, è in programma il vertice Apec (la cooperazione economica nell'area asiatico-pacifica), che sarà ospitato dal Giappone a Yokohama e al quale prenderanno parte, salvo sorprese, Medvedev e il presidente cinese, Hu Jintao. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 306

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