Accorato appello del Papa per il Medio Oriente dopo l'attentato a Baghdad
Nel giorno che la Chiesa dedica a tutti i Santi il Papa ha parlato del dono e della
bellezza della santità e della comunione con i defunti che la Chiesa ricorda nella
Liturgia di domani. Ha poi lanciato un accorato appello per la pace in Medio Oriente,
dopo aver espresso dolore per il gravissimo attentato di ieri nella cattedrale siro-cattolica
di Bagdad. Il servizio di Fausta Speranza:
“La santità,
imprimere Cristo in sé stessi, è lo scopo di vita del cristiano”. Così il Papa ricorda
che “la solennità di Tutti i Santi ci invita ad innalzare lo sguardo al Cielo e a
meditare sulla pienezza della vita divina che ci attende”. Come figli amati, - dice
Benedetto XVI - riceviamo anche la grazia per sopportare le prove di questa esistenza
terrena. Il Papa denuncia “la fame e sete di giustizia, le incomprensioni, le persecuzioni”,
ma poi ricorda che c’è altro:
“...nel contempo, ereditiamo fin da
ora ciò che è promesso nelle beatitudini evangeliche, “nelle quali risplende la nuova
immagine del mondo e dell’uomo che Gesù inaugura”.
“L’eternità –
spiega Benedetto XVI - non è “un continuo susseguirsi di giorni del calendario, ma
qualcosa come il momento colmo di appagamento, in cui la totalità ci abbraccia e noi
abbracciamo la totalità dell’essere, della verità, dell’amore”. Dunque dono
e bellezza della santità è anche la comunione con gli spiriti beati perché – sottolinea
il Papa – “la vita dei santi non è solo la biografia terrena ma anche l’operare in
Dio dopo la morte”.
E di morte il Papa parla ricordando la Liturgia
dei defunti di domani. “La separazione dagli affetti – riconosce il Papa – è dolorosa”
ma poi ricorda che “la morte cristiana è parte del cammino di assimilazione a Dio”.
Non dobbiamo temerla – raccomanda Benedetto XVI – perché non spezza l’unione in Cristo”.
A ricordarlo - dice il Papa - è “la liturgia del 2 novembre e il pio esercizio
di visitare i cimiteri”.
Dopo la preghiera mariana il pensiero del Papa
va al “gravissimo attentato di ieri nella cattedrale siro-cattolica di Bagdad:
“Prego
per le vittime di questa assurda violenza, tanto più feroce in quanto ha colpito persone
inermi, raccolte nella casa di Dio, che è casa di amore e di riconciliazione. Esprimo
inoltre la mia affettuosa vicinanza alla comunità cristiana, nuovamente colpita, e
incoraggio pastori e fedeli tutti ad essere forti e saldi nella speranza”.
Poi
il forte appello perché si metta fine alla violenza:
“Davanti agli
efferati episodi di violenza, che continuano a dilaniare le popolazioni del Medio
Oriente, vorrei infine rinnovare il mio accorato appello per la pace: essa è dono
di Dio, ma è anche il risultato degli sforzi degli uomini di buona volontà, delle
istituzioni nazionali e internazionali. Tutti uniscano le loro forze affinché termini
ogni violenza!”
Nei saluti in varie lingue un pensiero alla schiera
dei santi: in francese, l’incoraggiamento a guardare “alla folla immensa di coloro
che dopo aver posto i loro passi in quelli di Dio contemplano la Sua gloria e intercedono
per noi”. In inglese l’invito a ricordare quanti “vivono per sempre in presenza di
Dio”. In polacco l’augurio che i cuori siano “saldi e irreprensibili nella santità,
davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti
i suoi santi”. In italiano, il saluto in particolare ai partecipanti alla manifestazione
“La corsa dei Santi”, promossa dai Salesiani per sostenere progetti di solidarietà
in situazioni di estremo bisogno, come ad Haiti e in Pakistan”. E poi un pensiero
al gruppo di ragazzi di Modena che si stanno preparando al Sacramento della Confermazione.
A tutti “l’augurio di pace e serenità nella spirituale compagnia dei Santi”.