Uzbekistan: violenze contro i cristiani “non registrati”
Pestaggi ad opera di poliziotti, irruzioni e sequestri illegali di Bibbie, condanne
a gravi multe per chi si riunisce a pregare insieme. I cristiani battisti descrivono
così la loro situazione in Uzbekistan. Nel Paese - riferisce AsiaNews - è “illegale”
qualsiasi attività dei gruppi religiosi non registrati, persino incontrarsi e pregare.
I cristiani hanno denunciato all’agenzia Forum 18 che il 15 agosto circa 20 poliziotti
hanno fatto irruzione in una casa privata durante la loro funzione festiva colpendo
e minacciando i presenti, filmandoli contro la loro volontà, strappando le Bibbie
dalle mani dei bambini. Forum 18 denuncia che nei giorni successivi vari cristiani
battisti sono stati di nuovo sentiti, convocati, intimiditi dalla polizia. Nell’incursione
la polizia ha sequestrato Bibbie, libri di canti e altra letteratura religiosa. Il
Comitato affari religiosi di Tashkent ne ha negato la restituzione, spiegando che
questi libri possono essere usati solo da gruppi religiosi registrati e che i battisti
di Samarkanda non lo sono, per cui si tratta di libri “illegali”. Il 21 settembre
il tribunale ha condannato 5 battisti a gravi multe (equivalenti da 11 a 7 mesi di
paga) per la partecipazione a un servizio religioso non autorizzato e avere “insegnato
fedi religiose senza un’istruzione specialistica e senza il permesso di un gruppo
religioso registrato”. Ora i battisti protestano che la condanna viola l’art. 29 della
Costituzione uzbeka che riconosce la libertà di pensiero, parola e coscienza”. Denunciano
le intimidazioni e i pestaggi subiti. Le autorità negano tutto e rifiutano qualsiasi
accertamento.