2010-10-29 15:02:33

Haiti: non si ferma l’epidemia di colera


Ad Haiti continua a salire il bilancio delle vittime provocate dall’epidemia di colera. Secondo gli ultimi, dati diffusi da fonti locali, i morti sono almeno 305. Il timore maggiore riguarda adesso la possibile propagazione del virus tra gli sfollati che vivono nei campi profughi allestiti dopo il terremoto dello scorso 12 gennaio. Nel Paese Anche la Chiesa è impegnata nel far fronte all’emergenza. I missionari camilliani gestiscono, in particolare, l’ospedale “Foyer Saint Camille”. “Nel nostro ospedale – spiega all’agenzia Misna padre Gianfranco Lovera - stiamo aprendo, con l’aiuto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), un varco nel muro di cinta per creare un passaggio riservato a coloro che presentano sintomi di diarrea e vomito”. In concreto stiamo riservando un`area come cordone sanitario, completamente autonoma e distaccata dal resto. E’ molto importante – aggiunge padre Lovera – rispettare regole igieniche: chi entra in ospedale dovrà lavarsi le mani all’ingresso e passare su un tappeto impregnato di cloro”. In questi giorni, intanto, la popolazione locale, già colpita lo scorso 12 gennaio da un devastante terremoto, si sta interrogando sulle origini dell'epidemia. Il colera ad Haiti era stato debellato un secolo fa e sono diverse le ipotesi finora formulate. Si sospetta, in particolare, che gli uomini del contingente della Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite ad Haiti (Minustah), composto da 12 mila peacekeeper nepalesi, possano aver contaminato l’acqua del fiume Artibonite, che scorre a nord di Porto Au Prince. L’Onu ha negato ogni responsabilità assicurando che la base è dotata di adeguate fosse biologiche. Un altro dramma legato ad Haiti è infine quello del traffico di bambini. Secondo un’inchiesta pubblicata dal “Miami Herald” e dal “Nuevo Herald” sarebbero passati dai 950 stimati nel 2009 ai 7300 di quest’anno i minori condotti illegalmente nella Repubblica Dominicana dove vengono “venduti” come ‘collaboratori domestici’, operai o impiegati nell’industria del sesso”. La situazione fotografata nei mesi scorsi lungo il confine è drammatica. L’inchiesta riferisce di un sistema che poggia sulla corruzione delle guardie dispiegate dal governo dominicano lungo la frontiera. I bambini, vestiti da scolaretti che accompagnano dei finti papà, vengono trasportati in braccio attraverso il fiume che divide i due Paesi. (A.L.)







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