Allarme di Oxfam e "Giustizia e pace" sull'assistenza ai profughi pakistani
I fondi stanno per finire e l’assistenza ai profughi è a forte rischio: è l’allarme
lanciato da Oxfam Pakistan, che ha ricordato come, a tre mesi dalle alluvioni, è stato
raccolto solo il 35% dei 2 miliardi di dollari richiesti dall’Onu, necessari a gestire
l’emergenza che ha colpito 20 milioni di persone. “La carenza di fondi minaccia gli
aiuti umanitari e il processo di ricostruzione. La crisi è ben lontano dall’essere
finita”, nota Neva Khan, direttore Oxfam in Pakistan. In un comunicato giunto all'agenzia
Fides, Oxfam afferma: “Aumentano i casi di malattie e vaste aree nel Sindh sono ancora
inondate. Inoltre, con l’arrivo dell’inverno, 7 milioni di persone non hanno ancora
un rifugio adeguato”. Secondo dati Onu, 10 milioni di profughi necessitano ancora
di aiuti alimentari quotidiani, “ma la scarsità di fondi è tale che sono a rischio
anche le regolari razioni di cibo per 3,5 milioni di persone”, prosegue Oxfam. Peter
Jacob, segretario esecutivo della Commissione “Giustizia e Pace” dei vescovi del Pakistan,
commenta che “quello lanciato da Oxfam è un allarme da prendere in seria considerazione:
ci aspettiamo che il governo, occupato a gestire la ricostruzione, tenga sotto controllo
la situazione, monitorando il flusso delle risorse e la loro destinazione. Va detto
che si deve migliorare la gestione, la trasparenza, lottando contro la corruzione
e far sì che la popolazione abbia fiducia nelle autorità civili locali. D’altro canto
– prosegue Jacob – occorre massima attenzione perché il governo è impegnato anche
in altre questioni interne, come la lotta al terrorismo. Potrebbe accadere, come avvenne
in occasione del terremoto del 2005, che fondi destinati alle emergenze e alla ricostruzione
vengano impiegati per altre finalità, perfino per operazioni militari”. La Chiesa
in Pakistan lancia un forte appello al senso di responsabilità e alla coscienza del
Paese: “Oltre ai donatori esterni e ai prestiti delle agenzie internazionali, è nostra
responsabilità far rialzare il paese prostrato da questa tragedia: governo, società
civile cittadini, comunità religiose devono dare il proprio contributo”. (R.P.)