Diminuiscono sempre di più le famiglie italiane che riescono a risparmiare
Gli italiani continuano ad essere un popolo di risparmiatori. Le famiglie che però
riescono davvero a mettere qualche soldo da parte sono il 36 per cento, e queste si
trovano soprattutto al Nord. Questi dati sono emersi dall’odierna Giornata mondiale
del risparmio che si è svolta a Roma. Per il governatore di Bankitalia Mario Draghi
c’è “una diffusa incertezza sul futuro”. Il servizio Alessandro Guarasci:
Il risparmio
continua a rimanere un punto fermo degli italiani, il 41 per cento non riesce a vivere
tranquillo se non mette qualcosa da parte. Ma sono sempre meno le famiglie che riescono
a migliorare il proprio tenore di vita: erano l’11 per cento nel 2006 e sono il 6
per cento quest’anno. E rimane costante il numero di quei nuclei che ritiene che il
proprio tenore di vita sia peggiorato. Oggi essi sono il 29 per cento. Preoccupa poi
il fatto che il 26 per cento si trovi in ‘saldo negativo’, quindi costretto a ricorrere
ai prestiti. Per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a livello europeo
serve un rafforzamento della vigilanza e disciplina dei conti pubblici, “occorrono
infatti regole e comportamenti ispirati a un grande rigore”. Secondo il ministro dell’Economia
Giulio Tremonti non si può sempre agire aumentando la spesa pubblica:
“L’Europa
è un continente che produce più debito che ricchezza, più deficit che prodotto interno
lordo, e così non si può continuare! Finita l’età coloniale, anche per l’Europa il
colpo di gong della storia marca e deve modificare una traiettoria”.
Attenzione
però, quando si fanno le riforme economiche, a non creare tensioni sociali…
“Questo
tipo di politichedi riduzione della spesa pubblica, di modifica di un pezzo
di traiettoria della storia, pone in Europa, ma anche in altri Paesi, problemi democratici,
dei problemi di consenso e di tenuta democratica.”
L’Italia sembra aver
retto meglio degli altri Paesi alla crisi, ma i problemi rimangono: disoccupazione
all’8,5% e Pil che cresce dell’1%: Il governatore di Bankitalia Mario Draghi:
“Allo
sviluppo economico serve il contributo della domanda interna, quel circolo virtuoso,
che da consumi evoluti e investimenti lungimiranti, porta a redditi alti e diffusi
e ancora a consumi e benessere. Oggi i consumi ristagnano perché i redditi reali delle
famiglie non progrediscono e vi è una diffusa incertezza sul futuro.”
Per
Draghi il ruolo delle fondazioni bancarie è stato fondamentale per arginare gli effetti
della crisi.