2010-10-28 14:10:41

Allarme Fao: la perdita di biodiversità mette a rischio la sicurezza alimentare


L'impatto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità, la prossima estinzione della diversità genetica di migliaia di specie vegetali coltivate e consumate mettono a rischio la sicurezza alimentare mondiale: è l'allarme contenuto nel II rapporto dell'Organizzazione Onu per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao) pubblicato mentre a Nagoya, in Giappone, si concludeva la conferenza Onu sulla biodiversità. "E' vitale promuovere e rafforzare un uso sostenibile della diversità vegetale, cioè approfondire lo studio genetico di piante in grado di darci strumenti utili per affrontare siccità, alluvioni, salinità nell'acqua che distruggono le colture" ha detto Jacques Diouf, presidente della Fao. Secondo il rapporto ripreso dall'agenzia Misna, la perdita di biodiversità che si sta registrando "avrà un forte impatto negativo sulle capacità umane di nutrirsi nel futuro, quando nel 2050 l'umanità raggiungerà i nove miliardi e quando i Paesi più poveri saranno i primi in difficoltà" si legge nelle conclusioni dello studio. Inoltre le ricerche sulla biodiversità consentono di dare luce a nuove specie più produttive o resistenti ai cambiamenti climatici, come il riso africano 'Nerica'. Senza fornire dati precisi, la Fao registra una costante estinzione delle biodiversità nelle colture agricole con la scomparsa di numerose specie tradizionali: in un secolo (dal 1900 al 2000) è andata perso il 75% delle diversità agricole. Gli esperti prevedono che entro il 2055 scomparirà, a causa del cambiamento climatico, tra il 16 e il 22% dei parenti selvatici di colture importanti per la nutrizione dell’uomo, come arachidi, patate e fagioli. A pesare negativamente sulla preservazione e lo studio di un patrimonio vitale, sono gli insufficienti investimenti pubblici e privati indirizzati verso il settore agricolo, in particolare destinati alla formazione di giovani agronomi. La Fao suggerisce infine di puntare alla creazione di 'banche genetiche': il 45% dei 7,4 milioni di dati conservati al livello mondiale è concentrato in soli sette Paesi. (R.P.)







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