2010-10-27 14:42:32

Mille orti per l'Africa: partito il progetto di Terra Madre per un'agricoltura alternativa nel continente


Promuovere uno sviluppo agricolo alternativo in oltre venti Paesi africani nel rispetto dell’ambiente e delle tradizioni locali. E’ questa la sfida di “1000 orti in Africa”, l’iniziativa promossa dalla Fondazione "Terra Madre", rete internazionale di piccoli produttori agricoli, ma anche agronomi e studiosi. Il progetto, che è già partito in Paesi come Kenya, Uganda e Costa d’Avorio, è stato presentato in questi giorni a Torino nel corso della quarta edizione dell’Incontro mondiale di "Terra Madre". Michele Raviart ha sentito Serena Milano, referente della Fondazione per l’Africa e il Medio Oriente:RealAudioMP3

R. – L’idea è di puntare sull’agricoltura locale, perché il modello di agricoltura intensiva dell’Occidente non è né economicamente valido né sostenibile. In questo momento sta producendo troppo e queste eccedenze finiscono nei Paesi poveri, per cui in tutti i supermercati dell’Africa si trovano soltanto prodotti americani o orientali o europei, che arrivano sottocosto nei Paesi poveri, rovinando le economie locali.

D. – Non solo la valorizzazione dei prodotti locali, ma anche un’attenzione all’ecologia e all’educazione...

R. – Certo, si inserisce perfettamente in questo contesto, perché gli orti che saranno realizzati in 20 Paesi africani, nei villaggi, nelle periferie urbane, nelle scuole saranno tanti piccoli laboratori e si lavorerà per evitare il più possibile l’uso di fertilizzanti chimici e di pesticidi usando metodi tradizionali. Useremo il compost, che in Africa, tra l’altro, avendo climi mediamente molto alti si produce anche più velocemente; si lavorerà perché i contadini si selezionino i propri prodotti, e si lavorerà anche tanto con i bambini per recuperare le ricette tradizionali e anche i metodi per cucinare e trasformare questi prodotti. Negli orti ci saranno alberi da frutta, ortaggi, erbe aromatiche, erbe medicinali … e quindi le famiglie potranno contare su questi orti per la loro sussistenza. Però, in varie stagioni ci sono dei picchi di produzione e quindi ci sono delle eccedenze: lavoreremo perché non vengano sprecate ma vengano essiccate, trasformate a seconda del prodotto, e vendute.

D. – Qual è, in concreto, il ruolo di “Terra Madre” nel progetto?

R. – “Terra Madre” organizzerà la formazione coinvolgendo anche molti agronomi africani che saranno dei coordinatori nazionali e poi responsabili per ogni singolo villaggio. Quindi, non ci sarà personale straniero che lavorerà nei Paesi africani: ci saranno le comunità del posto che avranno un sostegno economico – questo sì: noi cercheremo fondi – per fare in modo che abbiano le risorse per comprare quel minimo di attrezzatura che serve. Ci sarà uno scambio continuo e sarà loro, la leadership di questo progetto …







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