Amazzonia: rinviata la sentenza per padre Bartolini il missionario che difende gli
indios
E’ stata rinviata a causa di uno sciopero nazionale di 72 ore dei lavoratori del potere
giudiziario la lettura della sentenza del processo contro il missionario italiano
padre Mario Bartolini, parroco di Barranquita, e altri dirigenti della società civile
della provincia di Alto Amazonas (regione di Loreto), accusati di istigazione alla
ribellione e contro l’ordine pubblico durante le massicce mobilitazioni indigene del
2009 contro la politica di sfruttamento delle risorse naturali portata avanti dal
governo di Lima. Non è ancora noto - riferisce l'agenzia Misna - quanto occorrerà
attendere per conoscere il verdetto, che potrebbe portare a una condanna al carcere
o all’espulsione per il missionario passionista riferiscono fonti locali: lo sciopero
potrebbe prolungarsi oltre il previsto in un clima di tensione ed è stato preceduto,
a Yurimaguas, sede del dibattimento, da una vasta manifestazione di protesta organizzata
dalle comunità indigene delle provincie di Alto Amazonas e del Datem del Marañón che
hanno chiesto giustizia per i loro dirigenti finiti sul banco degli imputati: fra
questi, Vladimir Tapayauri, l’ex-presidente del ‘Frente de Defensa de Alto Amazonas’
(Fredesaa) Adilia Tapullima e il direttore di ‘Radio Oriente’ Geovanni Acate Coronel.
Acate rischia fino a 10 anni di carcere per “essere stato complice primario del reato
contro i mezzi di trasporto, a detrimento della popolazione di Yurimaguas e dello
Stato peruviano”. Un’accusa, riferisce la ‘Coordinadora Nacional de Radio’, che corrisponde
in realtà alla copertura realizzata dalla sua emittente delle proteste indigene del
2009, sfociate nelle violenze di Bagua, con un bilancio ufficiale di 33 morti (23
poliziotti e 10 indigeni), di cui secondo la pubblica accusa, sarebbero “istigatori”
i dirigenti locali sotto processo. A Barranquita la mobilitazione restò pacifica,
proprio grazie all’intervento di padre Bartolini, che da 35 anni vive in Perù al fianco
di indigeni e ‘campesinos’, i più poveri dell’Amazzonia e dal 2006 denuncia gli abusi
delle grandi aziende agricole, in particolare il gruppo ‘Romero’, multinazionale del
bio-diesel presente a Barranquita, anche attraverso ‘Radio Caynarachi’ e ‘Radio Oriente’,
chiuse temporaneamente lo scorso anno. (R.P.)