Perù: missionari solidali con padre Mario Bartolini
I missionari italiani manifestano la loro solidarietà a padre Mario Bartolini, della
Congregazione dei padri passionisti, da 35 anni in Perù a San Martin Barranquita,
nella foresta amazzonica. Padre Bartolini è accusato di “istigazione alla ribellione
contro l’ordine pubblico” nell’ambito della maxi mobilitazione indigena del mese di
maggio 2009, culminata nei sanguinosi scontri di Bagua tra manifestanti e polizia.
La mobilitazione era stata promossa per protestare contro una multinazionale che vuole
sottrarre terre alla popolazione locale per destinarle alla produzione di biodiesel.
Padre Bartolini, insieme con altre tre persone, rischia 12 anni di carcere e l’espulsione
dal Perù. Oggi è prevista la sentenza di un secondo processo. Il primo – ricorda il
Sir – si è concluso con l’assoluzione del missionario. Don Alberto Brignoli, incaricato
per l’America Latina del Centro di animazione missionario, auspica che anche la sentenza
di oggi “si concluda con un’assoluzione”. In caso contrario – aggiunge – si rischia
di creare un “precedente pericoloso”. Tutti i missionari “che difendono i diritti
delle popolazioni indigene potrebbero” potrebbero subire le stesse accuse. I missionari
peruviani sottolineano poi che il processo a Padre Bartolini “rispecchia un’alleanza
“tra gli interessi economici e politici a discapito dei più poveri”. Anche la rivista
del Pime “Mondo e Missione” presenterà nel prossimo numero un ampio reportage su questi
fatti, con un’intervista a padre Bartolini. Secondo la rivista si tratta “di un processo
di natura chiaramente politica, voluto da alcuni esponenti della maggioranza di governo
per rompere l’unità del movimento indigeno e rimuovere gli ostacoli allo sfruttamento
arbitrario della foresta”. (A.L.)