Messaggio del Papa per la Giornata del migrante e del rifugiato: tutti hanno diritto
ai beni della terra per condurre una vita dignitosa
“Una sola famiglia umana”. E' stato presentato stamani, in Sala Stampa Vaticana, il
Messaggio del Papa per la prossima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato,
che verrà celebrata domenica 16 gennaio 2011. Il servizio di Roberta Gisotti:
“Una sola
famiglia umana”, “migranti e popolazioni locali”, “in società sempre più multietniche
e interculturali, dove “tutti hanno lo stesso diritto ad usufruire dei beni della
terra, la cui destinazione è universale”. Chiede Benedetto XVI, nel suo Messaggio
per la Giornata del migrante e del rifugiato, di riflettere su questa realtà e “di
pregare affinché i cuori si aprano all’accoglienza cristiana e di operare perché crescano
nel mondo la giustizia e la carità”, “colonne” per “una pace autentica e duratura”.
Ricorda
il Papa “il diritto ad emigrare”, che la Chiesa “riconosce ad ogni uomo”, quale, “possibilità
di uscire dal proprio Paese” e “di entrare in un altro alla ricerca di migliori condizioni
di vita". “Al tempo stesso - sottolinea il Santo Padre - gli Stati hanno il diritto
di regolare i flussi migratori e di difendere le proprie frontiere, sempre assicurando
il rispetto dovuto alla dignità di ciascuna persona umana”. Da parte loro, gli immigrati,
“hanno il dovere di integrarsi nel Paese di accoglienza, rispettandone le leggi e
l'identità nazionale”. "Si tratterà allora di coniugare - come già sollecitava Giovanni
Paolo II - l'accoglienza che si deve a tutti gli esseri umani, specie se indigenti,
con la valutazione delle condizioni indispensabili per una vita dignitosa e pacifica
per gli abitanti originari e per quelli sopraggiunti”.
Particolare riguardo
va dato poi alla “situazione dei rifugiati e degli altri migranti forzati”, che sono
“parte rilevante del fenomeno migratorio”. “Nei confronti di queste persone, che fuggono
da violenze e persecuzioni - rammenta Benedetto XVI - la Comunità internazionale ha
assunto impegni precisi”. E se “il rispetto dei loro diritti, come pure delle giuste
preoccupazioni per la sicurezza e la coesione sociale, favoriscono una convivenza
stabile ed armoniosa”, per questo vanno “aiutati a trovare un luogo dove vivere in
pace e sicurezza, dove lavorare e assumere i diritti e doveri esistenti nel Paese
che li accoglie, contribuendo al bene comune, senza dimenticare la dimensione religiosa
della vita”.
Raccomanda, infine, Benedetto XVI particolare attenzione
agli studenti esteri, “futuri dirigenti nei Paesi d’origine”, “‘ponti’ culturali ed
economici” tra le loro nazioni e quelle di accoglienza e tutto ciò – conclude il
Messaggio – va propruio nella direzione di formare ‘una sola famiglia umana’”.