L’Iran ha cominciato ad immettere combustibile nel reattore della centrale nucleare
di Bushehr. La costruzione dell’impianto è stata completata con l’aiuto della Russia:
l'uranio arricchito per alimentare la centrale è stato fornito da Mosca in base a
un accordo che prevede la restituzione del materiale una volta utilizzato, in modo
da evitare eventuali impieghi per ordigni atomici. Intanto, Teheran ha ammesso pure
di aver fornito finanziamenti all'Afghanistan, ma solo per la "ricostruzione" del
Paese. Ieri il presidente Karzai aveva parlato degli aiuti da parte della Repubblica
islamica e gli Stati Uniti si erano detti “preoccupati” per quelli che avevano definito
“tentativi di Teheran di esercitare un'influenza negativa sull'Afghanistan”. Per un
commento, ascoltiamo Antonello Sacchetti, profondo conoscitore della realtà
iraniana, intervistato da Giada Aquilino:
R. - L’Iran
ha tradizionalmente una secolare influenza sull’Afghanistan. La ha dal punto di vista
culturale e non solo da quello politico. Basti pensare che la lingua ufficiale dell’Afghanistan
è il dari, che è una variante del persiano. Sfido chiunque a trovare un Paese - tra
quelli che sono intervenuti in Afghanistan - che non abbia dato soldi all’Afghanistan,
in particolare anche ai governanti di quel Paese. Ci sono tanti motivi che legano
poi questa situazione degli interessi nazionali dell’Iran: ci sono migliaia di chilometri
di frontiere tra i due Paesi, ma tra i due Paesi c’è anche una continua - e mai interrotta
- disputa riguardo alle responsabilità sul traffico di droga. Al di là di questo,
però, diciamo che l’Iran esercita la sua naturale vocazione a potenza media regionale,
a Paese cioè che comunque influisce sulle sorti degli Stati vicini.
D.
- A livello interno, l’Iran si sta concentrando sul reattore di Bushehr, dove avvierà
la produzione di energia elettrica all’inizio del 2011. Bushehr che capitolo rappresenta
del programma nucleare iraniano? R. - Direi che forse è il primo capitolo
di una storia veramente infinita, perché Bushehr è il reattore che si cominciò a costruire
addirittura nel 1975. Di fatto, i lavori in questo reattore avvengono sotto la supervisione
dell’Aiea, in un momento in cui forse si sta saggiando il terreno in vista di una
ripresa dei colloqui sul nucleare del Gruppo 5+1.