OMELIA DI CONCLUSIONE DEL SINODO DEI VESCOVI PER IL MEDIO ORIENTE
Alle ore 09.30 di questa mattina 24 ottobre 2010, XXX Domenica del tempo "per annum",
nella Basilica Vaticana, presso la tomba dell’Apostolo Pietro, il Santo Padre Benedetto
XVI ha presieduto la Celebrazione dell’Eucaristia con i Padri sinodali, per la conclusione
dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, che si è celebrata
nell’Aula del Sinodo in Vaticano dal 10 ottobre 2010, sul tema La Chiesa Cattolica
nel Medio Oriente: Comunione e testimonianza. "La moltitudine di coloro che erano
diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola" (At 4, 32).
Con il
canto Iubilate Deo, alle ore 09.15, è iniziato l'ingresso in Basilica. I Concelebranti,
guidati dai Cerimonieri, si sono recati ai propri posti attorno all'Altare della Confessione.
Quindi i Signori Cardinali e i Componenti della Presidenza dell’Assemblea Speciale
per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi hanno preso parte alla processione d'ingresso
con il Santo Padre.
Con il Papa hanno concelebrato 177 Padri Sinodali (tra
cui 19 Cardinali, 9 Patriarchi, 72 Arcivescovi, 67 Vescovi e 10 Presbiteri) e 69 collaboratori.
Sono saliti all'Altare per la Preghiera Eucaristica i Presidenti Delegati S. B.
Em. Card. Nasrallah Pierre SFEIR, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, Vescovo di
Joubbé, Sarba e Jounieh dei Maroniti (LIBANO), ad honorem, S. B. Em. Card. Emmanuel
III DELLY, Patriarca di Babilonia dei Caldei (Iraq), ad honorem, S. Em. R. Card. Leonardo
SANDRI, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali (CITTÀ DEL VATICANO),
S. B. Ignace Youssif III YOUNAN, Patriarca di Antiochia dei Siri (LIBANO); il Relatore
Generale S. B. Antonios NAGUIB, Patriarca di Alessandria dei Copti (REPUBBLICA ARABA
DI EGITTO); il Segretario Generale S. E. R. Mons. Nikola ETEROVI, Arcivescovo titolare
di Cibale (CITTÀ DEL VATICANO); il Segretario Speciale S. E. R. Mons. Joseph SOUEIF,
Arcivescovo di Cipro dei Maroniti (CIPRO).
La Prima Lettura è stata pronunciata
in francese, il Salmo responsoriale in latino e la Seconda Lettura in inglese. Il
Vangelo è stato proclamato in latino e in greco. La Preghiera dei fedeli è stata pronunciata
in arabo, inglese, farsi, turco, ebraico. I canti “Maior est caritas”, in latino,
e “Inno dei Cherubini”, in greco, hanno accompagnato l’Offertorio; “Bonus Pastor”,
in latino, e “Innalziamo la lode”, in arabo, la Comunione. Al termine della Celebrazione,
antifona mariana “Ave Regina Caelorum”
Durante il Sacro Rito, dopo la proclamazione
del Vangelo, il Santo Padre ha pronunciato l’Omelia che pubblichiamo di seguito.
OMELIA
DEL SANTO PADRE:
Venerati Fratelli, illustri
Signori e Signore, cari fratelli e sorelle!
A distanza di due settimane
dalla Celebrazione di apertura, ci siamo radunati nuovamente nel giorno del Signore,
intorno all’Altare della Confessione della Basilica di San Pietro, per concludere
l’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi. Nei nostri cuori
c’è una profonda gratitudine a Dio che ci ha donato questa esperienza davvero straordinaria,
non solo per noi, ma per il bene della Chiesa, del Popolo di Dio che vive nelle terre
tra il Mediterra¬neo e la Mesopotamia. Come Vescovo di Roma, desidero partecipare
questa riconoscenza a voi, venerati Padri sinodali: Cardinali, Patriarchi, Arcivescovi,
Vescovi. Ringrazio in particolare il Segretario Generale, i quattro Presidenti Delegati,
il Relatore Generale, il Segretario Speciale e tutti i collaboratori, che in questi
giorni hanno lavorato senza risparmio. Stamani abbiamo lasciato l’Aula del Sinodo
e siamo venuti “al tempio per pregare”; per questo, ci riguarda direttamente la parabola
del fariseo e del pubblicano raccontata da Gesù e riportata dall’evangelista san Luca
(cfr 18,9-14). Anche noi potremmo essere tentati, come il fariseo, di ricordare a
Dio i nostri meriti, magari pensando all’impegno di queste giornate. Ma, per salire
al Cielo, la preghiera deve partire da un cuore umile, povero. E quindi anche noi,
al termine di questo evento ecclesiale, vogliamo anzitutto rendere grazie a Dio, non
per i nostri meriti, ma per il dono che Lui ci ha fatto. Ci riconosciamo piccoli e
bisognosi di salvezza, di misericordia; riconosciamo che tutto viene da Lui e che
solo con la sua Grazia si realizzerà quanto lo Spirito Santo ci ha detto. Solo così
potremo “tornare a casa” veramente arricchiti, resi più giusti e più capaci di camminare
nelle vie del Signore.
La prima lettura e il Salmo responsoriale insistono
sul tema della preghiera, sottolineando che essa è tanto più potente presso il cuore
di Dio quanto più chi prega è in condizione di bisogno e di afflizione. “La preghiera
del povero attraversa le nubi”, afferma il Siracide (35,21); e il salmista aggiunge:
“Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, / egli salva gli spiriti affranti”
(34,19). Il pensiero va a tanti fratelli e sorelle che vivono nella regione mediorientale
e che si trovano in situazioni difficili, a volte molto pesanti, sia per i disagi
materiali, sia per lo scoraggiamento, lo stato di tensione e talvolta di paura. La
Parola di Dio oggi ci offre anche una luce di speranza consolante, là dove presenta
la preghiera, personificata, che “non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto
e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità” (Sir 35,21-22). Anche
questo legame tra preghiera e giustizia ci fa pensare a tante situazioni nel mondo,
in particolare nel Medio Oriente. Il grido del povero e dell’oppresso trova un’eco
immediata in Dio, che vuole intervenire per aprire una via di uscita, per restituire
un futuro di libertà, un orizzonte di speranza. Questa fiducia nel Dio vicino,
che libera i suoi amici, è quella che testimonia l’apostolo Paolo nell’epistola odierna,
tratta dalla Seconda Lettera a Timoteo. Vedendo ormai prossima la fine della vita
terrena, Paolo traccia un bilancio: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato
la corsa, ho conservato la fede” (2 Tm 4,7). Per ognuno di noi, cari fratelli nell’episcopato,
questo è un modello da imitare: ci conceda la Bontà divina di fare nostro un simile
consuntivo! “Il Signore – prosegue san Paolo – mi è stato vicino e mi ha dato forza,
perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo
ascoltassero” (2 Tm 4,17). È una parola che risuona con particolare forza in questa
domenica in cui celebriamo la Giornata Missionaria Mondiale! Comunione con Gesù crocifisso
e risorto, testimonianza del suo amore. L’esperienza dell’Apostolo è paradigmatica
per ogni cristiano, specialmente per noi Pastori. Abbiamo condiviso un momento forte
di comunione ecclesiale. Ora ci lasciamo per tornare ciascuno alla propria missione,
ma sappiamo che rimaniamo uniti, rimaniamo nel suo amore. L’Assemblea sinodale
che oggi si chiude ha tenuto sempre presente l’icona della prima comunità cristiana,
descritta negli Atti degli Apostoli: “La moltitudine di coloro che erano diventati
credenti aveva un cuore solo e un’anima sola” (At 4,32). È una realtà sperimentata
nei giorni scorsi, in cui abbiamo condiviso le gioie e i dolori, le preoccupazioni
e le speranze dei cristiani del Medio Oriente. Abbiamo vissuto l’unità della Chiesa
nella varietà delle Chiese presenti in quella Regione. Guidati dallo Spirito Santo,
siamo diventati “un cuore solo e un’anima sola” nella fede, nella speranza e nella
carità, soprattutto durante le Celebrazioni eucaristiche, fonte e culmine della comunione
ecclesiale, come pure nella Liturgia delle Ore, celebrata ogni mattina in uno dei
7 Riti cattolici del Medio Oriente. Abbiamo così valorizzato la ricchezza liturgica,
spirituale e teologica delle Chiese Orientali Cattoliche, oltre che della Chiesa Latina.
Si è trattato di uno scambio di doni preziosi, di cui hanno beneficiato tutti i Padri
sinodali. È auspicabile che tale esperienza positiva si ripeta anche nelle rispettive
comunità del Medio Oriente, favorendo la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni
liturgiche degli altri Riti cattolici e quindi ad aprirsi alle dimensioni della Chiesa
universale. La preghiera comune ci ha aiutato anche ad affrontare le sfide della
Chiesa Cattolica nel Medio Oriente. Una di esse è la comunione all’interno di ogni
Chiesa sui iuris, come pure nei rapporti tra le varie Chiese Cattoliche di diverse
tradizioni. Come ci ha ricordato l’odierna pagina del Vangelo (cfr Lc 18,9-14), abbiamo
bisogno di umiltà, per riconoscere i nostri limiti, i nostri errori ed omissioni,
per poter veramente formare “un cuore solo e un’anima sola”. Una più piena comunione
all’interno della Chiesa Cattolica favorisce anche il dialogo ecumenico con le altre
Chiese e Comunità ecclesiali. La Chiesa Cattolica ha ribadito anche in quest’Assise
sinodale la sua profonda convinzione di proseguire tale dialogo, affinché si realizzi
compiutamente la preghiera del Signore Gesù “perché tutti siano una sola cosa” (Gv
17,21).
Ai cristiani nel Medio Oriente si possono applicare le parole del
Signore Gesù: “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare
a voi il Regno” (Lc 12,32). Infatti, anche se poco numerosi, essi sono portatori della
Buona Notizia dell’amore di Dio per l’uomo, amore che si è rivelato proprio in Terra
Santa nella persona di Gesù Cristo. Questa Parola di salvezza, rafforzata con la grazia
dei Sacramenti, risuona con particolare efficacia nei luoghi in cui, per divina Provvidenza,
è stata scritta, ed è l’unica Parola in grado di rompere il circolo vizioso della
vendetta, dell’odio, della violenza. Da un cuore purificato, in pace con Dio e con
il prossimo, possono nascere propositi ed iniziative di pace a livello locale, nazionale
ed internazionale. In tale opera, alla cui realizzazione è chiamata tutta la comunità
internazionale, i cristiani, cittadini a pieno titolo, possono e debbono dare il loro
contributo con lo spirito delle beatitudini, diventando costruttori di pace ed apostoli
di riconciliazione a beneficio di tutta la società. Da troppo tempo nel Medio Oriente
perdurano i conflitti, le guerre, la violenza, il terrorismo. La pace, che è dono
di Dio, è anche il risultato degli sforzi degli uomini di buona volontà, delle istituzioni
nazionali ed internazionali, in particolare degli Stati più coinvolti nella ricerca
della soluzione dei conflitti. Non bisogna mai rassegnarsi alla mancanza della pace.
La pace è possibile. La pace è urgente. La pace è la condizione indispensabile per
una vita degna della persona umana e della società. La pace è anche il miglior rimedio
per evitare l’emigrazione dal Medio Oriente. “Chiedete pace per Gerusalemme” – ci
dice il Salmo (122,6). Preghiamo per la pace in Terra Santa. Preghiamo per la pace
nel Medio Oriente, impegnandoci affinché tale dono di Dio offerto agli uomini di buona
volontà si diffonda nel mondo intero. Un altro contributo che i cristiani possono
apportare alla società è la promozione di un’autentica libertà religiosa e di coscienza,
uno dei diritti fondamentali della persona umana che ogni Stato dovrebbe sempre rispettare.
In numerosi Paesi del Medio Oriente esiste la libertà di culto, mentre lo spazio della
libertà religiosa non poche volte è assai limitato. Allargare questo spazio di libertà
diventa un’esigenza per garantire a tutti gli appartenenti alle varie comunità religiose
la vera libertà di vivere e professare la propria fede. Tale argomento potrebbe diventare
oggetto di dialogo tra i cristiani e i musulmani, dialogo la cui urgenza ed utilità
è stata ribadita dai Padri sinodali. Durante i lavori dell’Assemblea è stata spesso
sottolineata la necessità di riproporre il Vangelo alle persone che lo conoscono poco,
o che addirittura si sono allontanate dalla Chiesa. Spesso è stato evocato l’urgente
bisogno di una nuova evangelizzazione anche per il Medio Oriente. Si tratta di un
tema assai diffuso, soprattutto nei Paesi di antica cristianizzazione. Anche la recente
creazione del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione
risponde a questa profonda esigenza. Per questo, dopo aver consultato l’episcopato
del mondo intero e dopo aver sentito il Consiglio Ordinario della Segreteria Generale
del Sinodo dei Vescovi, ho deciso di dedicare la prossima Assemblea Generale Ordinaria,
nel 2012, al seguente tema: “Nova evangelizatio ad christianam fidem tradendam - La
nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. Cari fratelli
e sorelle del Medio Oriente! L’esperienza di questi giorni vi assicuri che non siete
mai soli, che vi accompagnano sempre la Santa Sede e tutta la Chiesa, la quale, nata
a Gerusalemme, si è diffusa nel Medio Oriente e in seguito nel mondo intero. Affidiamo
l’applicazione dei risultati dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente, come pure
la preparazione di quella Generale Ordinaria, all’intercessione della Beata Vergine
Maria, Madre della Chiesa e Regina della Pace. Amen.