La diocesi di Roma si prepara alla Gmg 2011 di Madrid
Per i giovani di diverse diocesi il nuovo anno pastorale appena cominciato sarà un
cammino di preparazione alla Giornata mondiale della Gioventù del 2011 in Spagna.
A Roma sono già cominciate diverse iniziative che prevedono il coinvolgimento di ragazzi
di diverse fasce d’età in momenti di formazione, preghiera e attività ricreative.
Ma come ha organizzato il vicariato della capitale le attività giovanili? Tiziana
Campisi lo ha chiesto a don Maurizio Mirilli, direttore del servizio diocesano
per la pastorale giovanile:
R. - Siamo
tutti proiettati verso Madrid, verso la Gmg del prossimo anno. Come diocesi ci siamo
organizzando, ci stiamo preparando su quattro pilastri, su quattro parole-chiave:
l’organizzazione, la catechesi, la preghiera e la fraternità. In particolare, con
uno sguardo più ampio, ci prepareremo a Madrid ogni giovedì, attraverso la preghiera
dell’Adorazione Eucaristica a Roma, a Sant’Agnese in Agone, a Piazza Navona. Pregheremo
affinché i ragazzi sparsi per il mondo - e non solo romani - possano rispondere “sì”
alla chiamata a partecipare alla Gmg.
D. - Con quale bagaglio cominciano
questa nuova stagione gli animatori di pastorale giovanile e che cosa intendono aggiungere
a questo loro bagaglio?
R. - Gli animatori di pastorale giovanile sono
dei ragazzi cresciuti nelle varie parrocchie e che adesso hanno la responsabilità
di gestire, di guidare, di accompagnare altri giovani più piccoli. Hanno un bagaglio
notevole di attività, di attività di oratorio, di gruppi di post Cresima, di adolescenti,
di esperienze di Gmg, che vogliono mettere a disposizione anche di altri. Cosa manca
o cosa cercano in questo momento? Probabilmente cercano sicurezze, forse anche risposte
alle loro paure. Molti di questi giovani, che si impegnano e che si danno da fare
nelle varie parrocchie, hanno anche problemi relativi alla costruzione della propria
vita, sia affettiva che lavorativa e professionale. Hanno poche certezze, soprattutto
sul piano del lavoro. C’è bisogno di aiutarli anche ad affrontare questi problemi
con serenità. Come Chiesa siamo chiamati a rispondere, in qualche maniera, anche a
questi bisogni, ad aiutare questi giovani ad affrontare queste paure, soprattutto
per il futuro.
D. - Gli animatori di pastorale giovanile della diocesi
di Roma in che modo intendono porsi di fronte alle nuove correnti giovanili?
R.
- Direi che il modo è quello di proporre Gesù Cristo che si fa vicino, che si fa prossimo
ai giovani. La modalità quindi è quella della “compagnia affidabile”, come dice Papa
Benedetto, mostrando sempre che questa compagnia affidabile c’è. Rispondere anche
ai bisogni, ai vuoti, alle solitudini di tanti ragazzi, i quali - come sappiamo -
si cercano, si esprimono, si manifestano anche attraverso i media di oggi, attraverso
Facebook e altri strumenti. Per cui c’è la possibilità, da parte di chi ha vissuto
magari esperienze bellissime e positive all’interno dei gruppi giovanili delle parrocchie,
di poter dire ai ragazzi più lontani o ai più piccoli che c’è un modo di vivere l’esperienza
giovanile bello ed affascinante che è quello di Gesù Cristo. E lo si può vivere non
in modo virtuale, come si fa davanti ad un computer, ma in modo reale, in modo fraterno
e all’interno di un gruppo che cresce insieme con l’aiuto di qualche educatore, di
qualche “compagno affidabile”, di qualche fratello maggiore.