Attentato ad un mausoleo sufi in Pakistan: almeno 6 morti
È salito ad almeno sei morti il numero delle vittime dell'esplosione avvenuta stamattina
davanti a un mausoleo sufi nella provincia centrale del Punjab. La deflagrazione ha
parzialmente danneggiato il luogo religioso che sorge nella città di Pakpattan, a
circa 190 chilometri dal capoluogo di Lahore. Di recente integralisti islamici sunniti
legati ad al Qaeda hanno intensificato gli attacchi contro i gruppi dell'Islam da
loro considerati “eretici”, tra cui c'è anche la minoranza sufi. Lo scorso luglio
circa 40 fedeli sono stati uccisi da due kamikaze entrati nel santuario di Data Ganj
Bakshar, famoso luogo di preghiera di Lahore. All'inizio di ottobre, almeno otto persone
sono morte in un altro attentato suicida a un sito religioso sufi nella città portuale
meridionale di Karachi. Intanto nella regione tribale nord occidentale pachistana
di Orakzai, almeno tre persone sono state uccise dall'esplosione di una mina. Il distretto
di Orakzai ha visto di recente un aumento degli attacchi e agguati dei militanti islamici
e anche una ripresa dei bombardamenti degli elicotteri di Islamabad contro sospetti
covi talebani.
Ucciso soldato Isaf in Afghanistan: sale a 600 il numero
dei militari morti nel 2010 Un soldato dell'Isaf è stato ucciso nell'est dell'Afghanistan.
Lo ha annunciato la forza internazionale, precisando che sale così a 600 il numero
dei militari stranieri della coalizione morti nel conflitto dall'inizio dell'anno.
Scambi
di artiglieria al confine tra India e Pakistan: un soldato indiano morto Scambio
di artiglieria ieri sera tra gli eserciti di India e Pakistan schierati lungo la cosiddetta
“linea di controllo” che divide la regione contesa del Kashmir. Nello scontro è morto
un soldato indiano. Si tratta di una nuova violazione del cessate il fuoco in vigore
dal 2003, ma ignorato in più occasioni dai due Paesi rivali che hanno congelato il
loro processo di pace in seguito all'attentato di Mumbai del 2008. L'incidente è avvenuto
nel distretto di Poonch (a nord ovest della città di Jammu) e sarebbe stato “provocato”
dalle truppe pachistane, secondo una fonte indiana. Sembra diretto a far salire la
tensione alla vigilia della visita del presidente Barack Obama prevista tra circa
due settimane. Le autorità indiane temono inoltre che la ripresa delle scaramucce
lungo la cosiddetta “linea di controllo” possa favorire l'infiltrazione di militanti
islamici pronti a organizzare attentati in territorio indiano in coincidenza con la
festività induista del Diwali e dell'arrivo della missione americana.
Morales
a Teheran Il presidente boliviano, Evo Morales, è arrivato la notte scorsa
a Teheran per una visita di tre giorni durante la quale avrà colloqui con il suo omologo
iraniano Mahmud Ahmadinejad ed altri dirigenti della Repubblica islamica. Durante
gli incontri, scrive il sito della televisione iraniana in inglese PressTv, Morales
discuterà anche di un investimento iraniano di 287 milioni di dollari in Bolivia di
cui dovrebbero beneficiare in particolare l'industria mineraria e quella tessile.
È questa la seconda visita del presidente boliviano in Iran, mentre Ahmadinejad si
è recato a La Paz nel 2007. Nei cinque anni da quando è diventato presidente, Ahmadinejad
si è fatto promotore di una politica di stretta cooperazione con i Paesi dell'America
Latina che si oppongono agli Stati Uniti, soprattutto con Venezuela, Cuba e Bolivia.
Il presidente venezuelano Hugo Chavez ha compiuto la settimana scorsa la sua ottava
visita a Teheran.
Colloqui tra Ahmadinejad e Talabani per rafforzare i legami
Iran-Iraq Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad e il suo omologo iracheno
Jalal Talabani hanno avuto ieri sera un colloquio telefonico per rafforzare i legami
tra i due Paesi. Lo hanno reso noto oggi i mezzi d'informazione iraniani, una settimana
dopo una visita compiuta a Teheran dal primo ministro uscente iracheno Nuri al Maliki,
che sta cercando di farsi rieleggere e mettere così fine a una crisi politica che
dura da quasi otto mesi. “Spero che con la formazione del nuovo governo, le relazioni
bilaterali, in particolare nei settori politico ed economico, si rafforzeranno”, ha
detto Ahmadinejad. Mentre Talabani ha espresso la speranza di recarsi in visita a
Teheran dopo la formazione del nuovo governo. Dal 7 marzo, giorno delle legislative,
in Iraq si è creato uno stallo politico perchè il Blocco iracheno, un'alleanza laica
sostenuta da una parte dei sunniti e guidata dall'ex premier Iyad Allawi, è risultato
il primo partito, ma con soli due seggi di vantaggio sull'Alleanza dello Stato di
diritto, movimento sciita guidato da Maliki, e nessuno dei due è riuscito finora a
formare una coalizione che sostenga il nuovo governo.
Ancora combattimenti
a Mogadiscio Sono almeno 20 le vittime di intensi combattimenti avvenuti nel
fine settimana a Mogadiscio tra i ribelli Shabaab legati ad al Qaeda e i soldati del
governo transitorio somalo (Tfg), supportati dai peacekeeper dell'Unione africana
(Ua). Venti le persone ferite. Gli scontri sono iniziati nel quartiere di Boondere
nella zona settentrionale della capitale somala e poi si sono propagati nel quartiere
che ospita Villa Somalia, il palazzo presidenziale.
Ancora forti disagi
per i rifornimenti di benzina in Francia Il 40% delle stazioni di servizio
sono ancora prive di carburante nell'Ovest della Francia, il 35% nell'Ile-de-France,
la regione di Parigi: questa la situazione sul terreno dopo il blocco dei rifornimenti
di ieri, che ha ancora aggravato la situazione. Non si annunciano miglioramenti per
oggi alle pompe di benzina. La situazione più grave resta quella di sette dipartimenti,
Eure, Calvados, Loira Atlantica, Indre-et-Loire, la Val de Marne, l'Oise e l'Allier.
Stamattina i manifestanti hanno nuovamente bloccato il deposito petrolifero di Fos-sur-Mer
(Marsiglia), che era stato liberato dalla polizia alcuni giorni fa. Circa 200 lavoratori
e camionisti impediscono da stanotte alle 4 il rifornimento dei camion. Si tratta
del deposito più importante della regione. Sbloccato invece stanotte dalla polizia,
senza incidenti, il deposito di Saint-Pierre-des-Corps, vicino a Tours, nel centro,
paralizzato da una settimana.
Italia-questione rifiuti: a Terzigno, nella
notte aggrediti due poliziotti Due pattuglie della polizia sono state aggredite
da alcuni sconosciuti la scorsa notte nel centro di Terzigno, il paese del sud Italia
al centro della difficile questione dello smaltimento rifiuti. Un agente è rimasto
ferito ad un occhio. Tre persone sono state fermate con l'accusa di resistenza a pubblico
ufficiale, lesioni e violenza. I poliziotti erano a bordo di due autocivette. L'aggressione
è avvenuta lontano dalla rotonda Panoramica, diventata il quartier generale dei manifestanti.
Ferma la reazione del ministro dell’Interno, Maroni, che sottolineando che a “Terzigno
ci sono stati atti di vera e propria violenza nei confronti delle forze dell'ordine,
ha rivolto un invito a tutti a deporre le armi, affermando che altrimenti “sarà necessario
intervenire in modo piu' duro di quanto non sia stato fatto finora”. Maroni ha detto
che le forze dell'ordine si stanno comportando con grande prudenza e grande responsabilità.
Proprio a proposito del confronto per trovare una soluzione, il ministro dell'Interno
ha dichiarato che “c'è una trattativa in corso gestita per conto del governo dal sottosegretario
Bertolaso” e si è mostrato certo “che presto si troverà una soluzione adeguata”.
Appello
delle "dame in bianco" cubane alla Ue Le "dame in bianco", le congiunte di
un gruppo di prigionieri politici a Cuba, hanno chiesto alla Ue di non modificare
la Posizione comune sui rapporti con l'isola caraibica in un appello diffuso ieri
alla vigilia dell'incontro dei ministri degli Esteri dei 27 in programma per oggi
a Lussemburgo. “Possono magari esserci aggiustamenti minori ma non cambiamenti radicali
perchè di cambiamenti qui a Cuba non ve ne sono stati”, ha detto ieri alla stampa
Laura Pollan, una delle dirigenti del gruppo. “I diritti umani non sono rispettati
come dovrebbero essere, tutti i prigionieri politici non sono stati liberati come
promesso, non possiamo dire quindi che tutto va bene e che la Ue ora può anche cambiare
linea”, ha aggiunto. Nella riunione di oggi, i ministri degli Esteri comunitari devono
affrontare tra gli altri anche il problema della Posizione comune su Cuba e della
eventuale normalizzazione dei rapporti con l'isola. Secondo fonti diplomatiche, i
ministri potrebbero decidere un leggero ammorbidimento della linea decisa nel 1996,
ma qualsiasi cambiamento dovrà essere approvato all'unanimità. I Paesi ex comunisti
dell'est europeo continuano tuttavia ad essere a favore della linea dura nei confronti
di Cuba.
In Guatemala il crimine organizzato continua a mietere vittime
ogni giorno La polizia guatemalteca ha localizzato i corpi di cinque persone,
tra le quali anche una bambina di due anni di età, a Puerto Iztapa, nel sud del Paese.
Il corpo è stato rinvenuto a fianco di quello di una donna, presumibilmente la madre,
e a un uomo con una ferita da proiettile in testa, apparentemente anche lui della
famiglia. Nessuno è stato però identificato. A due chilometri di distanza sono stati
trovati altri due corpi con ferite d'arma da fuoco, in mezzo a una strada. Sul caso
è stata aperta un'inchiesta. Anche a nord della capitale guatemalteca, nel comune
di Chinautla, sono stati trovati i cadaveri di cinque uomini uccisi con armi da fuoco.
Quattro di questi erano all'interno di un'automobile a noleggio, il quinto a 100 metri
di distanza. Le organizzazioni sociali hanno indicato di recente che in Guatemala
sono tra le 16 e le 20 al giorno le vittime della violenza e del crimine organizzato.
In
Guyana abolita la obbligatorietà della pena di morte per i reati di omicidio Il
parlamento della Guyana ha votato il 14 ottobre scorso l’abolizione dell’obbligatorietà
della pena di morte per le persone condannate per omicidio. I legali di circa 40 condannati
a morte si sono appellati ai funzionari perché sia commutata la pena dei loro assistiti,
dopo il voto dell’Assemblea nazionale. Diverse nazioni occidentali hanno invitato
la ex colonia britannica ad abolire la pena di morte definitivamente. La pena di morte
scontata per i reati di omicidio e di tradimento era stata ereditata dal sistema giudiziario
della Gran Bretagna al momento dell’indipendenza della Guyana nel 1966. (Panoramica
internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LIV no. 298
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