Pakistan: pacifica protesta dei cristiani per la Cappella occupata abusivamente dai
musulmani
Un corteo di protesta non violenta e una santa Messa in strada: con queste modalità
i cristiani in Pakistan intendono portare all’attenzione del governo nazionale e dell’opinione
pubblica il caso dell’occupazione abusiva della Cappella cristiana del Gordon College
a Rawalpindi, presso l’Università della Chiesa Presbiteriana nella medesima città.
Il 19 ottobre la Cappella è stata occupata abusivamente con la violenza da un gruppo
di oltre 20 persone che hanno fatto irruzione nell’edificio e si sono barricati all’interno:
si tratta di fedeli musulmani che, con l’appoggio di alcuni politici locali, rivendicano
la proprietà dell’edificio, sulla base di documenti che i cristiani giudicano artefatti.
Il gruppo ha occupato la Cappella e, secondo informazioni fornite all’Agenzia Fides,
intende appropriarsi dell’edificio e venderlo, ricavando diversi milioni di rupie.
I fedeli cristiani di Rawalpindi, insieme con associazioni della società civile e
Ong, hanno manifestato oggi per le strade della città chiedendo giustizia. Al corteo
hanno partecipato anche associazioni musulmane moderate, che condividono l’urgenza
di difendere i diritti civili e la libertà di culto dei fedeli cristiani. In segno
di sostegno e solidarietà, inoltre, domani, le comunità cristiane di tutte le confessioni
si riuniranno nel piazzale antistante l’edificio per celebrare lì fuori la liturgia
domenicale, chiedendo a Dio “giustizia, pace e la libertà per i cristiani in Pakistan”.
La Chiesa Presbiteriana ha provato a denunciare il caso alla polizia, che però non
ha ancora registrato ufficialmente alcun rapporto sull’accaduto. Inoltre le forze
dell’ordine non hanno agito in alcun modo per fermare gli occupanti o liberare l’edificio.
Avvocati cristiani, allora, hanno portato il caso in tribunale, denunciando l’omertà
della polizia e chiedendo giustizia di fonte a una patente violazione dei diritti
di alcuni cittadini. Una prima udienza sul caso è prevista il 26 ottobre. Il pastore
Iqbal Bhatti della Comunità presbiteriana ha spiegato alla stampa: “I parlamentari
locali della Muslim League Nawaz Group e l’amministrazione del distretto non vogliono
una chiesa qui. Intendono demolirla”, mentre i cristiani locali spiegano allarmati
che “in Punjab, da quando la Muslim League Nawaz è al potere, violenze e persecuzioni
contro i cristiani sono decisamente aumentate”. La Cappella è rimasta chiusa per 8
anni, per mancanza di un ministro di culto, e ha riaperto quest’anno in occasione
della Pasqua. Già allora aveva subito un attacco, nel giorno del Venerdì Santo. L’edificio
della Cappella è stato dato in affitto alla Comunità presbiteriana dall’Evacuee Trust,
un fondo governativo che garantisce terreni e edifici a diverse comunità religiose.
Ma la direzione del fondo, notano fonti di Fides, subisce influenze politiche di uomini
che vogliono colpire le minoranze religiose e calpestarne i diritti. In passato anche
le comunità sikh e indù si sono trovate nelle stesse condizioni, vedendosi sottrarre
all’improvviso proprietà e beni immobiliari, spesso santuari o luoghi di culto, regolarmente
affittati o comprati dal Fondo.