2010-10-23 11:50:21

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della domenica


In questa 30.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta la parabola del fariseo e del pubblicano raccontata da Gesù per quanti hanno la presunzione di essere giusti e disprezzano gli altri. Due uomini pregano nel tempio: il fariseo ringrazia Dio perché non è come gli altri che sono ladri, ingiusti, adùlteri. Lui digiuna due volte alla settimana e paga le decime. Il pubblicano, invece, si batte il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Gesù conclude:

“Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato”.

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

Un’altra celebre parabola sulla preghiera e la giustizia: con due attori ben caratterizzati dai loro stessi atteggiamenti. Il fariseo, appartenente al gruppo dei laici devoti ed esigenti con se stessi e con gli altri, e il pubblicano, che invece fa parte dei funzionari fiscali che collaborano con l’odiato potere straniero, quello romano. Non poteva essere più marcato il contrasto: l’uomo religioso e osservante che è convinto di avere qualche credito con Dio, e il peccatore per antonomasia, che neanche sa come spiegarsi davanti a Dio. Infatti, mentre il primo, orgoglioso, fa l’elenco delle sue numerose buone azioni, il secondo sa solo invocare pietà, umiliato da una vita malvagia. Agli occhi di Dio il pentimento del pubblicano appare sincero, è un grido dal fango di una vita sbagliata. E Dio lo accoglie e lo rigenera con la sua giustizia. Mentre quell’aureola di bontà con cui si rivestiva il fariseo non vale niente. Dio non è notaio delle sue opere buone. Non saranno le molte parole che ci riconciliano con Dio – tanto meno le molte azioni virtuose – ma la supplica sincera della sua misericordia, della sua grazia. E Dio, che è più grande del nostro cuore, ci abbraccerà col suo perdono.







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